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La gioiosa macchina da guerra di Bersani riuscirà a governare?

Oggi Pier Luigi Bersani ha annunciato la candidatura dell’ex direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli, che si aggiunge alle candidature del segretario generale di Confcommercio, Luigi Taranto, dell’economista del lavoro Carlo Dell’Aringa, del giornalista economico del Corriere della Sera, Massimo Mucchetti.

Tutte candidature “liberal” e riformiste che intendono bilanciare lo “scivolamento a sinistra” della coalizione dopo l’alleanza con Nichi Vendola, i risultati delle primarie per i candidati che hanno premiato i bersaniani di sinistra a scapito dei renziani e dopo l’uscita del giuslavorista Pietro Ichino che ha chiesto invano chiarezza sulla politica economica e del lavoro della coalizione.

La chiarezza ancora non c’è. Però ci sono tanti candidati di tendenze diverse (e spesso opposte) che suscitano seri dubbi sulla capacità della coalizione di governare con efficacia se dovesse vincere.

Proprio ieri Vendola ha “mandato al diavolo” i ricchi e si è beccato le bacchettate dell’alleato Bruno Tabacci che gli ha detto: così ci fai perdere.

Un deja vu. Bersani, Bindi, Enrico Letta si sono lamentati quando Monti ha esortato Pd e Pdl a “tagliare le ali” e “silenziare gli estremisti”, affermando che il Pd è e restera’ pluralista.

Ma è proprio qui la contraddizione: la società deve essere pluralista, non i partiti, che essendo “parte” devono presentare agli elettori un programma dettagliato e omogeneo di governo che possa essere efficacemente attuato.

Altrimenti, a forza di pluralismo e di bilanciamenti, si rischia l’immobilismo, il dissidio continuo o peggio, come ha amaramente sperimentato Prodi per due volte.

Bersani sta costruendo la sua “gioiosa macchina da guerra” con dentro Fiom (Airaudo capolista di Sel a Torino), Confindustria e Confcommercio. Se vincerà, ce la farà a governare?


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