I loro sparring partner Pier Ferdinando Casini da un lato e Nichi Vendola dall’altro continuano a ripetere che l’ipotesi di un governo Bersani-Monti sarebbe incompatibile, lunare, fantascientifico.
Eppure il passaggio dalla fantascienza alla realtà non sembra poi così strano. Almeno a sentir parlare Pierluigi Bersani e Mario Monti. Con i numeri che traballano, soprattutto in Senato, sono gli stessi leader delle due coalizioni centrista e di centro-sinistra a riconoscere che un governo dalle larghe intese che li veda vicini potrebbe essere auspicabile, oltre che inevitabile.
In un’intervista al quotidiano francese Les Echos, Pierluigi Bersani ha spiegato che “sul governo, siamo pronti a discutere con Mario Monti. Starà a lui di decidersi. Non voglio che il centro sinistra sembri settario” e ha assicurato il suo impegno, al di là del risultato elettorale, per il dialogo: “Sono convinto che chi raccoglierà la maggior parte del voto popolare sarà in grado di governare sia alla Camera sia al Senato ma anche se abbiamo la maggioranza, vista la situazione del Paese, il centro sinistra non sarà settario e mi impegno a dialogare con le forze europeiste, non populiste e costituzionaliste. Il nostro avversario è Berlusconi, la Lega Nord, Beppe Grillo, e tutte le forme di populismo antieuropeo”.
Gli fa eco Mario Monti che oggi, ospite di Omnibus, ha definito “ necessaria” una grande coalizione in vista delle riforme da attuare: “Non bastano maggioranze strette per fare tutte le riforme che servono per uscire” dall’emergenza in cui è l’Italia e “se ci fosse una grande coalizione sulle riforme non so se avrebbe il sapore della vecchia politica, forse avrebbe quello della politica necessaria”.