Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato l’uso di droni per operazioni di sorveglianza nella Repubblica democratica del Congo. L’uso di velivoli comandati a distanza sarà deciso caso per caso, si legge nella lettera della presidenza di turno pakistana al segretario generale Ban Ki-Moon, secondo quanto riporta l’Associated Press. La missiva è stata resa pubblica nel giorno in cui l’Onu ha annunciato un’inchiesta sull’uso dei droni nelle operazioni antiterrorismo e sugli omicidi mirati.
Il ricorso agli aerei comandati a distanza sarà da sostegno e potrebbe rivelarsi più efficace dei 17mila peacekeeper della missione Monusco, impegnati nella stabilizzazione del nordest del Paese, per garantire la protezione dei civili minacciati da milizie armate e da conflitti che affondano le radici nel genocidio in Ruanda del 1994.
Via libera all’uso dei droni è arrivato anche dal governo del Ruanda, accusato dalle Nazioni Unite di aver sostenuto l’avanzata dei ribelli congolesi M23, che lo scorso dicembre conquistarono per un breve periodo la città di Goma, contro il governo di Kinshasa.
Funzionari dell’Onu citati dall’AP sottolineano l’utilità dei droni in altri teatri africani, a esempio per stanare i leader dell’Esercito di resistenza del Signore del warlord Joseph Kony, ricerato per crimini di guerra dal Tribunale penale internazionale.