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I grillini sconfessano Grillo su Equitalia e Irap

Sono le conseguenze della Rete e dell’apertura al dialogo sul web. Nella consultazione pubblica lanciata da Beppe Grillo sul suo blog per scegliere le misure urgenti per le piccole e medie imprese, dove si chiedeva di votare cinque provvedimenti da considerarsi prioritari su un totale di unidici, i grillini hanno di fatto sconfessato il loro leader. Due dei cavalli di battaglia di Grillo, quali la chiusura di Equitalia e l’eliminazione dell’Irap, risultano piazzati solo al settimo e al nono posto.

Secondo i simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, infatti, i provvedimenti più urgenti sono il pagamento dell’Iva solo a fattura incassata, che raccoglie il 66% dei consensi; l’attribuzione del “Made in Italy” solo alle aziende che producono in Italia, con il 59,11% e la previsione del pagamento entro 60 giorni dei crediti dallo Stato, che riceve il 49,3% delle preferenze. Seguono nell’ordine la diminuzione delle tasse sul reddito di impresa, con adeguamento alla tassazione europea; la defiscalizzazione degli investimenti; la già menzionata chiusura di Equitalia; gli sconti contributivi per le assunzioni di giovani under 35; l’eliminazione dell’Irap; la defiscalizzazione dei redditi nei primi due anni di vita dell’impresa e la maggiore collaborazione tra università e imprese con stage ad hoc durante il corso di studi.

In realtà, la misura più votata tra i grillini e più volte sbandierata dal segretario del Pdl, Angelino Alfano come maggiore battaglia vinta dal proprio partito, vale a dire l’Iva per cassa, è in parte già in vigore. Dal primo dicembre 2012, grazie al decreto Sviluppo è stata recepita la direttiva europea 2010/45/Ue che rende l’Iva esigibile al momento del pagamento della fattura. Questo regime però non vale per tutti, ma solo per le imprese con fatturati inferiori ai 2 milioni di euro.

Proprio ieri, nella tappa dello Tsunami Tour a Foligno, il comico genovese esaltava l’idea di lanciare questo sondaggio proprio a dimostrazione della forte importanza data alle piccole e medie imprese del nostro Paese, anche – o forse soprattutto – per finalità elettorali.


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