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Quel filo senese che lega Monti a Mps

Fra amnesie dei politici, contraddizioni giornalistiche e scaricabarili istituzionali, sul Monte dei Paschi di Siena spicca il caso di un politico ai vertici del gruppo Mps che invoca l’allontamento della politica da Mps.

Una boutade? Non per Alfredo Monaci, presidente di Mps Immobiliare e dirigente del Monte. Pur essendo candidato in Toscana per la Lista Monti, ecco con quanto ardore Monaci ha sentenziato:  “A partire da Antonveneta deve essere fatta chiarezza a 360 gradi: ognuno si deve assumere le sue responsabilità politiche”.

E da ex membro del cda di Banca Mps ed ex presidente di Biverbanca, ha aggiunto: “Chi dice che la politica è fuori dal Monte dei Paschi – ha detto due giorni fa a margine della presentazione della Lista Scelta Civica in Toscana – si sbaglia, perché Profumo è espressione della politica”.

Di politica, Alfredo Monaci, in effetti se ne intende, anche se ora maramaldeggia alquanto sul tema. Alfredo Monaci, tra l’altro, è il fratello di Alberto Monaci, ex dipendente della Banca, ex deputato dc, oggi presidente per il Pd del Consiglio regionale toscano.

Alberto Monaci, ha scritto Sergio Rizzo sul Corriere della Sera di oggi, “vedeva come il fumo negli occhi lo sbarco a Siena di Alessandro Profumo”. E dopo che la vicepresidenza per suo fratello Alfredo è sfumata, è nata una lotta interna al Pd con gli esponenti ex Margherita che nel consiglio comunale di Siena hanno sfiduciato la giunta capitanata dal sindaco Pd, Franco Ceccuzzi.

I Monaci, quindi, non sono eremiti né della politica né del credito. Anche se tentano maldestramente di apparirlo.

L’unico a credere alla loro versione è stato Monti. Scelta civica, dicono.



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