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Il rischio emergenti secondo Bremmer

L’instabilità politica nelle economie emergenti, a iniziare dalla Cina, sarà uno dei principali rischi per il 2013. Intervenuto a un incontro organizzato dalla Reuters, il presidente dell’Eurasia Group ed esperto di relazioni internazionali, Ian Bremmer, ha fatto le proprie previsioni ed enfatizzato uno degli aspetti a suo dire sottovalutati nel quadro mondiale.

Sul fronte cinese a preoccupare, e creare incertezza per gli investimenti, sono soprattutto le crescenti tensioni con il Giappone per il controllo delle isole Diaoyu o Senkaku come sono chiamate da Tokyo.

A lungo, spiega Bremmer, si è guardato soltanto alla crescita a doppia cifra delle economie emergenti. Nel 2012 hanno tuttavia iniziato a tirare il freno, anche se è di oggi la notizia che il Pil cinese potrebbe aver superato il 7,5 per cento fissato dal governo per attestarsi attorno al 7,7.

L’attenzione, continua il presidente di Eurasia Group, dovrebbe concentrarsi meno sul feticcio della crescita e più su luoghi maggiormente flessibili. Per essere appetibili agli occhi degli investitori i Paesi devono dimostrarsi capaci di continuare a svilupparsi sia sul versante politico sia economico, ma spesso non ci riescono, ha spiegato portando gli esempi di Russia, Ucraina e Venezuela.

Sulla stessa linea l’economista Nouriel Roubini, che prevede un’ulteriore frenata per l’economia cinese con un tasso di crescita attorno al 6 per cento. “Non un atterraggio duro, ma abbastanza per poterlo diventare”, spiega paventando il rischio che la nuova leadership possa rivelarsi troppo cauta e mettere in atto le riforme più lentamente di quanto in realtà occorra.

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