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Israele al voto, per Bibi l’incognita Bennet

Nessun dubbio su chi sarà il vincitore delle elezioni legislative di oggi in Israele. Come afferma il Pais, il prossimo primo ministro dello Stato ebraico sarà ancora Benjamin Netanyahu. Altrettanto vero che la marcia del leader Likud da qualche settimana si è fatta meno autorevole, sottolinea le Monde.

E’ l’economia il tallone d’Achille dell’attuale esecutivo ebraico, afferma le Figaro. Al contrario sono Naftali Bennet e l’agenda nazionalista portata alla Knesset dal nuovo leader della destra ebraica a insidiare infatti la marcia spedita del falco Bibi verso la conservazione del potere.

Questa almeno l’opinione evidenziata dalla Neue Zurcher Zeitung. Per il giornale di Zurigo i controversi progetti legislativi di questa corrente politica che vuole unire nazionalismo e religione non solo potrebbero intaccare il carattere democratico dello stato di Israele ma metteno a rischio anche le prospettive della soluzione due-Stati, l’unica praticabile nel conflitto palestinese, afferma la Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Anche per il Financial Times sullo scrutinio di oggi pesa l’incognita di Naftali Bennet. Secondo il quotidiano della City, in vista del voto i consensi di Netanyahu sono in discesa. Difficile definire le linee del prossimo governo di Gerusalemme. Se la Nezavisimaja Gazeta afferma che il vecchio premier di Gerusalemme sarà portatore di una nuova politica, il Washington Post sottolinea invece che non bisognerà attendersi rivoluzioni visto che il mantenimento dello status-quo sarà prioritario nel terzo mandato del premier ribadisce il quotidiano Usa.

In politica estera di fronte agli eventi sismici che continueranno a scuotere il Medio Oriente la strategia di Israele avrà ancora il proprio baricentro nelle indispensabili ma difficili relazioni con gli Stati Uniti. Si vota dopo una campagna elettorale noiosa afferma die Welt che cerca i motivi per cui i molti problemi presenti nel Paese ebraico, Iran, Palestina, inquietudini sociali, sono stati messi in secondo piano. Un dilemma che il giornale di Amburgo risolve notando l’allontamento dalla politica dei cittadini. Israele vota ma senza entusiasmo.

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