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Kabul e Washington trattano sull’immunità ai soldati Usa

Si dovrà attendere la fine dell’anno per sapere se sarà concessa l’immunità ai soldati statunitensi che resteranno in Afghanistan una volta completato il ritiro delle truppe internazionali nel 2014. Di quanti militari resteranno hanno discusso venerdì a Washington il presidente Usa Barack Obama e il suo omologo afgano Hamid Karzai.

L’immunità è uno dei nodi irrisolti dell’incontro che ha invece chiarito il passaggio agli afgani della gestione dei prigionieri e l’apertura di un ufficio di rappresentanza talebano a Doha, in Qatar. Per l’immunità “serviranno nove mesi prima di raggiungere un accordo”, ha sottolineato Karzai in conferenza stampa a Kabul.

Il governo afgano, scrive la Reuters, ha respinto le proposte iniziali riguardo l’immunità in attesa di una seconda tornata di colloqui nella capitale afgana che dovrebbero coinvolgere anche la Loya Jirga, la grande assemblea di politici e leader locali. Karzai ha inoltre voluto rassicurare sulle condizioni di sicurezza nel Paese una volta completato il ritiro e l’affidamento delle responsabilità alle forze afgane.

Restano da capire i numeri del contingente che resterà in Afghanistan. Per capo delle forze Isaf  nel Paese, generale John Allen, dovrebbero essere 15mila. Le ipotesi dell’amministrazione oscillano tra i 3mila e i9mila soldati. Alla fine la soluzione potrebbe essere una via di mezzo: 6mila soldati. Cui bisognerà vedere se accordare o no l’immunità come chiedono da Washington.


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