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La partigiana caduta di stile di Monti su Mps e Bersani

L’austero Professore bocconiano sta completamente perdendo l’aplomb. D’accordo: in campagna elettorale i toni tenui non attraversano il muro della comunicazione. Ma essendo ancora presidente del Consiglio tecnico e tripartisan, oltre che candidato premier per Scelta Civica, Mario Monti non dovrebbe ricorrere a giudizi secchi, anzi acidi, ai quali neppure un Silvio Berlusconi tonitruante usa.

L’ultima sortita del senatore a vita sta facendo discutere gli addetti ai lavori, e non solo a sinistra.

Il Professore dai microfoni di Radio Anch’io non ha saputo esimersi dalle critiche sul caso Monte dei Paschi di Siena: “Il Pd c’entra in questa vicenda – ha affermato – perché ha sempre avuto molta influenza sulla banca e sulla vita politica” di Siena. “Io – ha tenuto comunque a sottolineare – non sono qui per attaccare Bersani, ma il fenomeno storico della commistione fra banca e politica che va ulteriormente sradicato”.

La precisazione non scolorisce l’attacco diretto al partito di Pier Luigi Bersani.

Stupisce la scarsa consapevolezza di Monti che, pur di attirare attenzioni e magari voti, ricorre a uscite del genere che costituiscono vere cadute di stile.

Non è solo una questione di forma, comunque. Nel merito, Monti sembra inserirsi in quel filone della pubblicistica che a partire dal caso Mps si sta accalorando per trovare il modo di attaccare il ruolo delle fondazioni bancarie.

Non si tratta qui di discettare se e come lo statuto della Fondazione Mps sia rispettoso della legge Ciampi, visto che lo stesso presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, ha notato che lo statuto non è da tempo in linea.

Le parole di Monti sono il segno di una implicita volontà demolitoria del ruolo sistemico e di stabilizzazione ricoperto dalle fondazioni anche per le banche; un ruolo che non viene disconosciuto o stimmatizzato neppure dalla Banca d’Italia se si leggono atti e relazioni dell’Istituto centrale sia sotto il governatorato di Mario Draghi che in quello di Ignazio Visco.

Quindi le parole del premier tecnico costituiscono un caso di partigianeria politica che suona implicitamente come una sconfessione indiretta delle molteplici attività comuni tra fondazioni e Tesoro attraverso quella sorta di fondo sovrano che è la Cassa depositi e prestiti.


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