Tredici terapie d’urto per raggiungere tre obiettivi. Sono indicati nel Documento programmatico di Confindustria ha illustrato.
Ecco i tre obiettivi consigliati da Confindustria alle forze politiche che si candidano al governo del Paese, come si legge nel documento predisposto dalla confederazione presieduta da Giorgio Squinzi: crescita annua superiore al 2% del Pil, manifatturiero al 20% del Pil; rapporto Pil/debito pubblico al 110%.
Come raggiungere questi obiettivi? L’associazione presieduta da Squinzi indica tredici terapie d’urto, è scritto nel Documento programmatico. Eccone alcune.
“Riduzione del cuneo fiscale, escludendo progressivamente l’Irap, riducendo gli oneri sociali sull’industria manifatturiera, stabilizzazione risorse contrattazione aziendale, aumento ore lavoro annuo di 40 ore”, si legge.
“Riduzione del costo dell’energia, agendo sulle componenti parafiscali della bolletta energetica pagate dall’industria manifatturiera”.
Poi sono indicate altre terapie. Dall’aumento degli investimenti pubblici in infrastrutture all’eliminazione del tetto dei 500 milioni per partnership pubblico-privato, fino alla riduzione Irpef per i redditi bassi.
Da dove prendere le risorse? Confindustria indica quattro fonti. Primo: “Ridurre la spesa pubblica al netto di welfare, interessi, acquisti di beni e servizi”. Secondo: “Altre fonti di finanziamento”. Secondo: “Aumento dell’aliquota Iva dal 4 al 6% e dal 10 al 12%”. Quarto: “Potenziare la lotta all’evasione”.
Nelle riforme di dettaglio spunta tra l’altro, come è scritto nel Documento programmatico, “la riduzione dell’Ires dal 27,5% al 23%, elevando l’aliquota al 23% sulle rendite finanziarie”.