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Le tribolazioni irrisolte delle banche tedesche. Parola di Bnl

Le banche europee si avviano a chiudere un anno decisamente impegnativo. Da un lato il deterioramento congiunturale ha condizionato il consuntivo economico, dall’altro lato più intenso e urgente è divenuto il processo di aggiustamento al nuovo assetto del mercato. Un report del servizio studi Bnl sottolinea che anche in Germania il sistema bancario sembra ancora lontano dall’aver sanato le ferite prodotte dalla crisi finanziaria.

I passi in avanti delle Landesbanken e la crisi della Commerzbank

Secondo gli analisti di Bnl “Il processo per ristabilire un equilibrato assetto bancario in Germania ha indubbiamente compiuto considerevoli passi in avanti. Nel quadriennio 2008-11 le sette maggiori Landesbanken hanno complessivamente ridotto l’attivo totale di oltre il 20% (-40% l’attivo ponderato per il rischio) e hanno quindi completato circa due terzi dei piani di ristrutturazione concordati: il loro attivo aggregato pari a circa 1900 miliardi di euro a fine 2008, a fine 2011 risultava sceso a 1500 miliardi di euro e nel prossimo futuro dovrebbe ridursi ancora fino a €1300 miliardi”. Per alcune Landesbanken “la contrazione dovrebbe arrivare fino a quasi il 40%. Malgrado l’importante programma di ridimensionamento (cessione di attività già attuata o programmata per circa €600 mld) rimane difficile la situazione della Commerzbank, secondo gruppo nazionale e destinataria del più importante intervento di sostegno predisposto dalle autorità nazionali (nel 2008 lo stato tedesco ha acquisito per €16,2 mld una “partecipazione silenziosa” pari al 25% del capitale + 1 azione). Il risultato economico conseguito nei primi tre trimestri dell’anno in corso evidenzia tuttavia segnali di miglioramento (722 milioni di euro rispetto ai 322 milioni nel corrispondente periodo del 2011)”.

“Sei dei 13 gruppi tedeschi presi in considerazione – si legge nello studio – non sono risultati a fine 2011 nella condizione di superare il test patrimoniale proposto dall’Eba e per tre di questi gruppi il deficit patrimoniale risultava compreso nell’intervallo 2,5-5 miliardi. Alla verifica effettuata a metà 2012 gli interventi adottati sono risultati adeguati a soddisfare i requisiti richiesti”.

Luci e ombre del sistema bancario tedesco

Nel valutare le prospettive del sistema bancario tedesco si colgono ombre e luci. “Tra i problemi ancora non adeguatamente ridimensionati c’è quello dei finanziamenti a beneficio di settori esposti ad una congiuntura particolarmente sfavorevole, dalla nautica all’immobiliare non residenziale all’estero (in quest’ultimo caso l’esposizione dei 10 gruppi maggiori è stimata a 170 miliardi).

Ancora consistente è poi l’ammontare delle cosiddette attività di ‘livello 3’: a metà 2012 i primi due gruppi tedeschi segnalavano in bilancio un ammontare di questi titoli superiore a 46 miliardi, importo pari al 55% del loro patrimonio netto”.

Altrettanto importanti sono i fattori che contribuiscono a mitigare favorevolmente lo scenario bancario tedesco. “Il primo – sottolinea il report – è costituito dal migliore posizionamento economico e finanziario della Germania nel contesto europeo, una circostanza che rende per le banche tedesche possibile il raggiungimento di un favorevole consuntivo economico: nella prima metà del 2012 le 12 maggiori banche hanno conseguito un risultato finale che eccede sensibilmente quello di ciascuno dei due anni precedenti (in ampia misura grazie a più contenute perdite su crediti)”.

Il caso Deutsche Bank

Di rilievo è poi la svolta strategica annunciata recentemente da Deutsche Bank, il gruppo bancario di gran lunga più importante del Paese (il suo attivo supera la somma di quello della Commerzbank e delle sette principali Landesbanken). “Il nuovo vertice del gruppo ha illustrato un piano nel quale sono previste alcune rilevanti novità: rafforzamento patrimoniale da realizzare interamente attraverso la cessione di attività non-core (€135 mld di attività ponderate nell’arco del triennio 2013-15, obiettivo per un terzo da conseguire entro marzo 2013); riduzione permanente di 4,5 miliardi dei costi totali, progetto che richiederà investimenti nel triennio per 4,5 miliardi; ridimensionamento del contributo dell’attività di investment banking alla formazione del risultato annuale”.

Nel 2011 l’attività della divisione Corporate&Investment di Deutsche Bank “ha contribuito per quasi tre quarti al risultato lordo totale (4 mmiliardi su un totale di 5,4 miliardi). L’obiettivo è quello di mutare la fisionomia complessiva del gruppo, riducendo il contributo di queste attività al di sotto del 50%, in parte in modo virtuoso (rafforzamento delle altre fonti di ricavo) ma in parte anche attraverso un loro ridimensionamento (quest’area dovrebbe contribuire per oltre il 40% alla riduzione dei costi del gruppo)”, conclude lo studio.

L’analisi completa si può leggere qui.



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