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Il viaggio in Nord Corea del capo di Google raccontato dalla figlia Sophie Schmidt

Un’esperienza strana, come mai si sarebbe immaginata Sophie Schmidt, figlia del numero uno di Google, che due settimane fa ha accompagnato il padre in una molto dibattuta visita in Corea del Nord. La figlia di Eric Schmidt ha affidato al proprio blog le considerazioni sull’esperienza, “un misto di incontri di alto livello, visite organizzate nei minimi dettagli e alcuni momenti che davano l’impressione di essere genuinamente umani”. Nessun incontro non previsto tuttavia e vicino, sempre, i due accompagnatori loro assegnati.

Alla ragazza è rimasto il ricordo del freddo pungente dell’Asia nordorientale, del modulo da compilare all’entrata del Paese, in cui oltre a ipotetici “oggetti per uccidere” i visitatori dovevano segnalare se portavano con loro “pubblicazioni di ogni genere”. Soprattutto descrive la visita all’università Kim Il Sung dove gli studenti a testa china lavoravano sui computer, o meglio, scrive Sophie Schmidt, sembravano fare finta di lavorare perché si limitavano a qualche visualizzazione di pagina senza prestare attenzione agli ospiti. E mentre i nordcoreani erano intenti a mostrare alla delegazione il meglio della loro tecnologia, nella stanza si potevano vedere gli sbuffi del respiro per il freddo, aggiunge.

Intanto il regime di Pyongyang sembra far cadere alcune delle restrizioni imposte ai turisti. Una comitiva della Young Pioneer Tours, un’agenzia specializzata in viaggi a Nord del 38esimo parallelo, ha raccontato che è stato permesso loro di tenere con sé i cellulari, di norma trattenuti all’entrata nel Paese. Cambiamenti di cui ha avuto conferma anche l’agenzia cinese Xinhua che cita un tecnico della compagnia Koryolink, joint venture egiziana nordcoreana.

Secondo il tecnico le nuove norme sono frutto di un accordo tra la società telefonica e il governo. Non avrebbero quindi niente a che fare con la visita di Schmidt e dell’ex ambasciatore statunitense all’Onu, Bill Richardson, considerato il vero artefice dell’iniziativa accolta con disappunto dall’amministrazione statunitense, ma durante la quale il numero uno di Google ha avuto occasione di perorare la causa dell’internet libero anche in Corea del Nord.

Non è tuttavia ancora chiaro se i turisti potranno acquistare schede sim per poter usare i loro cellulari. Al momento sembra di no, ma in futuro potrebbero sfruttare la rete 3G già sviluppata nel Paese.


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