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I Mali che vengono per nuocere all’Europa

Cercasi strategia unica europea, non solo in materia di finanza pubblica.

L’intervento della Francia in Mali, peraltro appoggiato da altri Paesi europei oltre che dagli Stati Uniti, deve necessariamente indurre l’Unione europea e i singoli Stati a pensare se si possa concertare e concordare tutto in materia di conti pubblici, rapporti debito-pil e deficit-pil, con tempistiche e obiettivi definiti nel Fiscal compact, e si possa lasciare invece ai singoli governi nazionali iniziative come quella della Francia presieduta da François Hollande.

Beninteso, qui non si vuole stimmatizzare la decisione di Hollande, ma ragionare e interrogarci se l’Europa debba proseguire ad andare in ordine sparso in politica estera, oppure se Paesi come l’Italia non possano e debbano chiedere una voce unica su queste materie di politica internazionale.

Insomma, dov’è la difesa europea?

Ovviamente non si può contrastare la storia, e quindi si deve prendere atto serenamente dell’interesse della Francia per Paesi come il Mali così come non si può non constatare il ruolo della Germania nell’Est europeo e in Turchia, ma non è più ammissibile che l’Unione europea sia imbelle in questioni di politica estera.

Modesta proposta: perché l’Italia non si fa promotrice di una richiesta di un negoziato sul Mali a livello europeo? Perché non chiedere una posizione unitaria dell’Europa invece di lasciare autonomia ai singoli Stati?

Se si crede davvero nella bontà della decisione francese, allora è bene che sia l’Europa e non un singolo governo nazionale a farsi sentire, decidere e nel caso intervenire. Oppure in Italia si deve discettare di difesa solo per dilaniarsi su numero e costi degli F-35?

Ps: l’ex presidente della commissione Ue, Romano, Prodi, era stato scelto dall’Onu come incaricato speciale sul Mali. È lecito sapere cosa pensa Prodi di quello che sta accadendo e del ruolo delle organizzazioni internazionali?

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