Pubblichiamo un estratto dell’editoriale del quotidiano La Stampa scritto da Domenico Quirico
La posta è gigantesca, il contradditore è tignoso. L’Africa saheliana, il deserto, è il nuovo terreno di battaglia scelto dall’islamismo combattente. Non più le periferiche montagne afghane dove le mosse della internazionale islamica erano subordinate alle strategie dei taleban. Questa volta, per la prima volta, al Qaeda dispone di uno Stato, ovvero di un territorio che controlla direttamente, con grandi città e una superficie grande due volte la Francia. È deserto, è vero, sabbia e rocce, ma questo è un vantaggio, perché riconquistarlo sarà impresa difficile. (Forse solo i tuareg sono in grado di farlo, ma sono alleati con Aqmi). Una guerra da vincere a un’ora di volo dal Mediterraneo e dall’Europa, un aculeo estremista conficcato nei grandi giacimenti di petrolio, di gas, di fosfati e di uranio, sulla rotta della nuova via della droga e sul sentiero dei clandestini che salgono dall’Africa nera. Ai confini delle rivoluzioni dalla Primavera araba, diventata islamica e che si può storpiare con strategie ancor più radicali ed estremiste. Questo è il Grande Gioco oggi in Mali. E l’Occidente, pavido e distratto, non ha finora le carte migliori.
(sintesi dell’editoriale che si può leggere qui in versione integrale)