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E’ Tempo di appoggiare Monti. Firmato: Mario Sechi

Che cosa sta succedendo?

Silvio Berlusconi sta cercando di puntellare il suo progetto di ingovernabilità. Ha messo i cavalli di Frisia in Lombardia, cercato di alzare una diga in Sicilia, prova a limitare il disastro nel Lazio, va avanti come un caterpillar in televisione.

E Bersani? Segue una linea low-profile, fa lo stretto necessario in televisione, presenta candidati progressisti anche nell’abito, beve la birra con Matteo Renzi, riequilibra le candidature troppo cigielline con qualcosa di cattolico e di centro, insomma fa quello che deve vincere ma senza apparire troppo vincente. In pratica, un Walter Veltroni che passa dalla sala cinematografica alla pompa di Bettola.

E Mario Monti? Il Prof s’è tolto il loden per indossare l’elmetto. Nessuno si aspettava un premier da combattimento, eppure è arrivato e giorno dopo giorno si rivela una sorpresa. Tanto agguerrito da scegliere una brava schermidrice nella sua squadra.

Per Berlusconi e Bersani prendere le misure di un simile avversario è difficile. Ha sparato una manovra fiscale pesante nel nome dell’Europa ma con la stessa credibilità e rigore adesso annuncia un piano graduale di riduzione fiscale.

Come affrontare un simile imprevisto? Basta porsi questa domanda: è più credibile lui o chi le tasse ha promesso di ridurle negli ultimi vent’anni senza mai farlo?

Il problema della campagna elettorale e del prossimo governo è tutto racchiuso in una parola: credibilità.

In un contesto simile la politica ha solo questo patrimonio e poco altro. Il 2013 sarà contrassegnato ancora da una forte crisi economica, dalla necessità di emettere debito pubblico per finanziare la spesa e stare al tavolo dell’Europa da pari a pari.

Né Bersani né tantomeno Berlusconi mi sembrano attrezzati per fare questo lavoro. Il Cavaliere ha scelto l’autoemarginazione con una linea populista senza alcuno sbocco, il leader del Pd è fidanzato con Vendola e agganciato a Fassina.

Non c’è via d’uscita per l’Italia fuori da un progetto che smonti il bipolarismo malato degli ultimi vent’anni, lo ricostruisca su altre basi e dia soprattutto ai moderati un nuovo inizio. La strada è lunga, difficile, non c’è nessuna garanzia di successo ma è una grande sfida per cambiare l’Italia.

Post scriptum: questo è il mio ultimo editoriale su Il Tempo. Ho accettato la proposta di candidatura di Mario Monti per le elezioni politiche. Vado a fare altrove, in un’altra maniera, quello che ho cercato di fare su questo giornale nei tre anni in cui sono stato direttore: aiutare gli italiani a capire la politica e ad apprezzarla per quello che dovrebbe essere, un servizio per il bene del Paese e non un esercizio di potere fine a se stesso.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato in questi 1046 giorni di lavoro. Ci vediamo presto da un’altra parte.



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