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Ma un Renzi poco Renzi convincerà i renziani?

In ballo c’è oltre un milione di voti, quel 40% di persone che Matteo Renzi aveva conquistato nella sfida contro Pierluigi Bersani lo scorso dicembre. Numeri preziosissimi, soprattutto ora che la campagna elettorale rischia di essere travolta dall’affaire Mps con ripercussioni negative per il Pd, da sempre legato a Siena e alla sua banca.

E se, a sinistra, a erodere consensi c’è Antonio Ingroia con la sua Rivoluzione civile, per il Pd meglio concentrarsi sul fronte moderato di cui il sindaco di Firenze potrebbe diventare il paladino. Già, ma con quale spirito? Guido Vitiello sul Foglio ha suggerito a Renzi di imparare un po’ di metodo Stanivlaskij perché “quando dici qualcosa con tono che si vorrebbe stentoreo, fermo, fiducioso e tutti vedono lontano un miglio che stai per scoppiare a ridere, o a piangere sconsolato, è evidente che qualcosa non va”. E per il Renzi che abbiamo visto in tv mercoledì sera alle Invasioni barbariche “quanto più tenta di sprizzare entusiasmo, tanto più vorresti andar lì a confortarlo e a dirgli che la vita continua”.

In effetti, nella sua prima apparizione pubblica da sostenitore bersaniano, Renzi dava l’idea di essere lui il primo a non esserne convinto, “cosa non si deve fare per campare” (politicamente parlando) sembrava invocare lo sguardo di “Matteo”, assolutamente credibile nel ripercorrere la sua storia di perdente di successo, direbbe Nicola Cosentino, alle primarie e nel sussurrare discreto che non è finita qui. Un po’ meno credibile invece nel dire che “tutti i suoi sforzi” (ma quali?) andranno nella direzione della vittoria di Bersani e della coalizione di centro-sinistra. Così il rischio da scongiurare è che un Renzi un po’ appannato e poco motivato non si traduca in un effetto boomerang per il Pd. Staremo a vedere, a partire dal prossimo appuntamento che lo vede coinvolto sul palco insieme a Bersani nella sua Firenze venerdì prossimo.

E con un Renzi poco Renzi, tanto vale approfittarne, sembrano rispondere i montiani. Così il sempre sobrio Andrea Romano, montezemoliano e montiano, diventa su Facebook “propagandista politico” (il termine è preso proprio dai commenti al post), nell’invitare i renziani a votare per la lista Scelta Civica del Senatore a vita: “Ho qualche dubbio che tutti quegli italiani e italiane che hanno votato Renzi alle primarie adesso voteranno per Vendola o per un Pd molto schiacciato sulle posizioni più conservatrici. Scelta Civica con Monti si rivolge anche a queste persone che sono alla ricerca di un approdo. Abbiamo al nostro interno quel potenziale di innovazione che Renzi ha incarnato, e che oggi invece non viene rappresentato da nessun partito”.



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