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McDonough, l’obamiano tipo in corsa come capo di Gabinetto

Continua a prendere forma la squadra di Barack Obama per il secondo mandato alla Casa Bianca. Il presidente pensa a Denis McDonough, già tra i suoi più stretti collaboratori come viceconsigliere per la sicurezza nazionale, per ricoprire l’incarico di capo di Gabinetto.

Una scelta, scrive Foreign Policy, con cui Obama guarda nel suo team sugli esteri sebbene l’agenda dei prossimi quattro anni potrebbe essere rivolta su questioni interne: immigrazione, budget, limitazioni alla diffusione delle armi.

Sebbene sia una presenza costante alla Casa Bianca e presente a Washington, il profilo pubblico di McDonough non è troppo noto, sottolinea la rivista.

Ex stella del football in Minnesota, il possibile nuovo capo di Gabinetto è arrivò nella capitale a metà degli anni Novanta del secolo scorso per seguire i corsi alla Georgetown e fu subito lanciato verso le questioni di diplomazia come stagista al comitato per gli Affari esteri della Camera e poi come consigliere del leader democratico al Senato, Tom Daschle, per il quale – scrive FP – si occupò delle trattative con la Casa Bianca e con i Repubblicani quando si discussero le autorizzazioni agli interventi in Afghanistan e in Iraq.

McDonoungh, 43 anni, è anche descritto come l’obamiano tipo.  Nel 2007 partecipò alla vittoriosa campagna elettorale dell’allora senatore dell’Illonois. Con la scelta del numero due tra i consiglieri per la sicurezza nazionale Obama si affida quindi a una figura di fiducia che ha avuto voce in capitolo in tutte le principali decisioni di politica estera, compresi il surge delle truppe statunitensi in Afghanistan e, assieme al nuovo numero uno della Cia, John Brennan, l’incursione che portò alla morte di Osama bin Laden in Pakistan.

Con la nomina diventerà il quarto capo di Gabinetto dell’amministrazione Obama dopo Rahm Emanuel, che lasciò nel 2010 per correre per la poltrona a sindaco di Chicago, Bill Dalay e Jack Lew, nominato da Obama nuovo segretario al Tesoro.

Il New York Times ha tuttavia sottolineato un episodio che si discosta dall’immagine di funzionario che esercita la propria influenza dietro le quinte. Lo ricorda intento a seguire l’organizzazione delle operazioni di aiuto ad Haiti dopo il terremoto del 2010. Un interesse quello per l’isola che si lega a quello più ampio verso l’America Latina di cui si occupò ai tempi del Comitato per gli Affari esteri della Camera. Altro episodio, questa volta in un’incursione nella politica interna, fu la ricerca di un dialogo con la Chiesa cattolica durante le trattative per arrivare alla riforma sanitaria di Obama. Lui cresciuto in una famiglia cattolica.

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