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Auguri (con sorpresa) a Montezemolo

Gli orfani di Montezemolo tessono la tela aggrappandosi a Monti. Il Senatore ha rappresentato per il presidente della Ferrari e fondatore di Italia Futura una formidabile exit strategy che, come scrive Salvatore Merlo sulle pagine del Foglio, gli ha consentito finalmente di recuperare il sonno perso nelle notti degli ultimi mesi.

Sono piuttosto avvezzo agli ambienti romani. Erano note le resistenze che gli venivano opposte da amici, soci in affari e soprattutto in ambito familiare. Quindi personalmente non ho mai ritenuto probabile una candidatura del Presidente Montezemolo. Non che lo stesso non ci abbia mai pensato, soprattutto perché tirato per la giacca da una folta schiera delle sue truppe. Pur ribadendo l’impegno personale nel sostegno – esterno – alla sua creatura, Montezemolo la consegna nelle mani di Mario Monti.

I suoi “colonnelli” sono alle prese con la definizione delle liste, gli ufficiali auspicano di ottenere  un free lunch ed i caporali si preoccupano che i loro nomi siano inserti nelle prime posizioni. Riunioni a raffica, non tanto sui programmi ed i contenuti: quelli oggi hanno relativa importanza. Ciò che preme è esserci e, elettori permettendo, riuscire ad essere eletti. La preoccupazione è tanta, i sondaggi tiepidi per non dire poco entusiasmanti. Non c’è da stupirsi di tanta agitazione. 

Quel prof. Monti, l’uscita di sicurezza di Montezemolo, animato certamente da buoni propositi e sorretto da un’immagine di prestigio in Europa, sarà capace di scendere dalla cattedra e salire nelle piazze? Saprà affrontare un comizio con la gente pronta a rinfacciargli colpe vere o presunte della sua appena trascorsa gestione tecnica?  Saprà caricare i suoi discorsi di slogan ed annunciarli con toni comprensibili anche dalla pancia della gente? Tutto questo lo vedremo presto.

La nuova squadra per affrontare questa avventura è in via di definizione: alcuni naufraghi sono stati imbarcati, altri sono in attesa di salire a bordo. Chi ha lavorato come mozzo sulla barca di Italia Futura, la straordinaria manovalanza dei volontari e dei sostenitori, ha visto dapprima nuovi ufficiali provenienti da neonati movimenti parlare lo stessa lingua liberale con toni magari più accesi, FID. Poi, sconfessati questi più per un eccesso di personalismi che per reali divergenze sui contenuti (precedentemente firmati e condivisi) ne sono apparsi altri con nuovi e strani linguaggi – Verso la Terza Repubblica – fatti di auspicate alleanze a sinistra, poi smentite, poi ancora confermate, poi …che sarà?  

Alcuni osservatori l’hanno descritta come la via verso la prima repubblica, altri esprimono riserve. Molti marinai si sono affrettati ad adeguarsi, fiduciosi che la rotta indicata porti la nave verso i lidi di una maggioranza parlamentare: Sarà questa riformista? Forse. Liberale? Improbabile, molto improbabile dato l’equipaggio. E poco importa se sarà rappresentata da schemi legati a vecchi vizi parlamentari, a quelle reciproche concessioni che determineranno nei fatti la leggerezza strutturale di una compagine di governo  o più presumibilmente, la necessità di ricorrere successivamente a nuove elezioni.

Seguendo modestamente l’esempio del “vecchio” comandante Montezemolo, dati i dubbi e le troppe domande, credo anch’io che sia il caso di scendere ed auguro loro buon lavoro, buon viaggio e tanta fortuna.  


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