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Mps: Da stampa estera dubbi su Draghi

Quattro giorni dopo fa, l’economista ed allievo di Federico Caffé, Bruno Amoroso aveva sorpreso e deliziato la folta platea – “molto attenta, preparata ed interessata alla conoscenza, che è la vera democrazia” – accorsa alla libreria Arion per la presentazione, organizzata dall’Associazione culturale ‘Amore&Psiche’, del libro ‘L’Europa oltre l’euro’. Le sue idee ‘forti’ sull’Europa a due velocità, del Nord e del Sud; sul ‘soldato euro da salvare’; sul terremoto Montepaschi, “causato dai titoli spazzatura ed esploso per destabilizzare il Pd: ma altri ne verranno. Dal 2008, si è preferito metterci un coperchio sopra quest’esproprio dei risparmi della gente, invece di scovare dove fossero, a chi fossero in carico e avviare le procedure per proteggere i risparimi della gente”; e sulla carriera-lampo di Mario Draghi, da ex-impiegato della Goldman Sachs a ‘capitano’ del ‘Titanic’ prossimo alla collissione con l’iceberg. Idee che avevano lasciato la platea incredula ma soddisfatta. “La conoscenza è un bene preziosissimo ed importante per decidere”. Ecco pero’ che quattro giorni dopo Amoroso si ritrova a fianco i maggiori quotidiani esteri che hanno da molto ridire sul ruolo dell’ex-governatore della Banca d’Italia. Per il New York Times lo scandalo Mps ha “implicazioni politiche e perfino europee: ci sono interrogativi sulla vigilanza svolta da Draghi come governatore della Banca d’Italia, proprio mentre la Bce e i leader europei stanno finalmente ricostruendo la credibilità dell’euro”. Il Die Welt aggiunge: “la banca tradizionale italiana mette in difficoltà il presidente della Bce: le accuse al Monte dei Paschi di Siena raggiungono Draghi, all’epoca piu’ alto supervisore del paese”. Insomma, Draghi non ha fatto niente sui ‘derivati’, Alexandria e Santorini, venduti da Deutsche Bank e Nomura. Il Die Welt si chiede “perché lui e i suoi collaboratori di Banca d’Italia non sono tempestivamente intervenuti”. Infine la Frankfurter Allegmeine Zeitung: “la crisi del Monte dei Paschi raggiunge Draghi”. Amoroso è severissimo nella critica all’establishment della finanza. “Vorrei ricordare che negli anni ’90 quando si avvio’ la privatizzazione e fusione del sistema bancario, fu chiamato un dirigente del Tesoro che divenne Presidente del Comitato delle Privatizzazioni, Draghi. Ultimato il lavoro andò a fare il vice-presidente alla Goldman Sachs, poi fu nominato governatore della Banca d’Italia e quindi presidente della Bce, una banca totalmente autonoma e indipendente dalla politica e dalla stessa commissione. E la Bce ha riciclato i titoli spazzatura acquistati dalle banche europee: in altre parole ha fatto riciclaggio di denaro sporco”. Ci vuole un sussulto. “Capisco benissimo il tormento delle persone, che avuto il piacere di incontrare quattro giorni fa, quando sentono parlare di uscita morbida dall’euro e di una Europa a due velocità: non c’e’ nessuna catastrofe in vista! Il loro tormento sul futuro – conclude Amoroso – è anche il mio: mi pare che alla fine ci siamo ritrovati tutti sul fatto che una vera sinistra dovrebbe tutelare il lavoro che c’e’ ed i risparmi delle persone che ancora ci sono e riformare radicalmente il sistema bancario e finanziario con regole e vincoli stringenti, distruggendo i forzieri della finanza. La cosa importantissima è la conoscenza che permette di decidere assumendosi le proprie resposnabilità”.


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