Nonostante lo spread Btp-Bund segua ormai da un po’ un trend discendente, le famiglie continuano a pagare rate del mutuo molto alte. Quali sono le cause?
E’ risaputo che comprare casa è una prassi assai comune tra i risparmiatori italiani che spesso scelgono di optare per l’erogazione del credito bancario pur di acquistare l’abitazione perfetta. Al fine di individuare un’offerta di credito vantaggiosa ed adeguata per le esigenze di ciascuno è possibile mettere i mutui più vantaggiosi a confronto così da trovare in pochi minuti una valida opportunità.
Lo spread scende ma le rate del mutuo restano alte, e molte famiglie italiane si chiedono perché. La differenza fra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi sta ridimensionandosi da un po’, viaggiando ormai a livelli praticamente dimezzati rispetto a un anno fa (260 punti base contro i 575 del terribile novembre 2011).
Eppure chi ha dovuto richiedere un finanziamento per comprare casa, o vorrebbe farlo, non sta beneficiando del miglioramento della situazione. Nonostante lo spread Btp-Bund si sia ormai stabilizzato sotto i 300 punti, i titolari di un mutuo hanno avuto uno sconto di soli 41 punti base, passando da un differenziale aggiuntivo medio del 3,55% registrato un anno fa, a uno del 3,14% di oggi.
Gli esperti hanno indicato tre nodi principali che non consentono di risolvere la questione a vantaggio dei mutuatari. Il primo è che lo spread è sceso, ma non a sufficienza: prima dello scoppio della crisi nel 2008, in effetti, i punti di separazione fra i nostri titoli e quelli di Berlino erano soltanto 70.
Il secondo motivo sta nella rigidità della normativa bancaria, più penalizzante per i consumatori rispetto a quanto accade negli altri Paesi europei. Se, ad esempio, in Svezia il cosiddetto “assorbimento patrimoniale” è pari al 6%, in Italia le banche arrivano a trattenere fino al 26%. Infine, noi scontiamo la lentezza elefantiaca della giustizia civile: un bene pignorato può essere recuperato in 10 anni (in media), mentre in Germania si impiegherebbero solo 12 mesi.
Questi difetti del sistema, che comportano dei costi aggiuntivi, pesano sull’importo finale della rata. Ma sembra che non sia una spiegazione sufficiente: la Spagna, che non attraversa una situazione migliore della nostra, con uno spread a 333 punti base, propone mutui al 3,06%. Cosa c’è in Italia che non va?
Per prima cosa la tassazione sempre più alta che gli italiani devono sostenere: è stato calcolato che nel 2013 le tredicesime, per esempio, serviranno quasi nelle totalità dei casi a pagare le bollette e le rate di pagamento come il mutuo, appunto.
Ben 4,9 miliardi di euro infatti dovranno essere esborsati dalle famiglie italiane che hanno acceso un mutuo solo in questo periodo per le rate. Questo è un segnale di quanto non solo la crisi sia ancora presente sul suolo italiano, ma soprattutto di quanto lo stato non stia aiutando il settore mutui a riprendersi.