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Per cortesia, lasciamo gli F35 fuori dagli slogan elettorali

Vorrei tornare sul dibattito riguardante l’F35 che meritoriamente Formiche.net ha seguito offrendo approfondimenti che speriamo inducano i contendenti in campagna elettorale a togliere questo argomento dai loro slogan.

Condividendo in toto le considerazioni dell’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Leonardo Tricarico, ci siano consentite solo alcune considerazioni tecniche. Ipotizzare di utilizzare l’Eurofighter al posto dell’F35 non è pensabile: sono due mezzi completamente diversi. Il primo è un aereo ”aria-aria”, destinato cioè alla difesa dello spazio aereo, il secondo è un velivolo “aria-suolo”, destinato al supporto delle truppe che operano sul terreno, quello che può fare uno è molto difficile possa fare l’altro per struttura aerodinamica, motori, elettronica …

Inoltre stiamo parlando di due generazioni di velivoli diverse, l’uno di quarta e l’altro di quinta generazione, con funzioni e tecnologie profondamente evolute nei quasi venti anni che separano i due progetti.

L’F35 è un mezzo ideato ed adatto per essere inserito” in rete” , fatto indispensabile nei moderni modelli “net centric“ di operatività delle nostre Forze Armate, dotato di tecnologie atte a ridurre i rischi operativi sia dei piloti che dei militari a terra.

Il valore tecnologico ma anche industriale del progetto non può esaurirsi nel leggere le cifre dell’acquisto e dei ritorni industriali immediati (del resto abbastanza significativi) ma guardando ad un orizzonte temporale pluridecennale in cui evidenziare il supporto logistico, il trasferimento di tecnologia, il partecipare ad un progetto di cooperazione internazionale che prevede la realizzazione di tremila macchine.

Affermare che accettiamo succubi i prodotti americani significa non considerare l’opportunità di essere invece partecipi di quello che oggi è il più importante nuovo progetto nel campo aeronautico, elettronico e dei nuovi materiali.

Detto questo si può discutere di tutto ma, per cortesia, al di fuori di una campagna elettorale che, ancora una volta, è alla ricerca di spunti ad effetto in mancanza di altro.

Nicolò Tivoli


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