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Fondersi è bello e di moda

Le operazioni di acquisizioni e fusioni realizzate nel settore della moda nel 2012 sono state 114, contro le 91 del 2011, facendo registrare un incremento del 25%. Lo rende noto il rapporto realizzato da Pambianco Merger & Acquisition del gennaio 2013.

Solo nel primo trimestre del 2012, il numero di operazioni si è dimostrato in diminuzione, seguito da un incremento nei trimestri successivi. Particolarmente forte il secondo trimestre dell’anno, dove le operazioni realizzate sono state 35 rispetto alle 20 dello stesso periodo del 2011 (+75%).

Per quanto riguarda le operazioni per settore di appartenenza, nel 2012 i fondi di private equity si confermano gli operatori più attivi del mercato avendo messo a segno il numero più elevato di operazioni (25 operazioni pari al 22% del totale), seguiti dalle aziende di abbigliamento con 22 operazioni a segno. Terzo gradino del podio per gli investitori privati con 12 operazioni. In evidenza il processo di concentrazione anche nel settore della distribuzione (11 operazioni).

Per quanto riguarda i Paesi di appartenenza degli acquirenti, il maggior numero di operazioni è stato realizzato tra soggetti esteri (68 operazioni, pari al 60% del totale). Buono comunque è anche il numero di operazioni avvenute tra soggetti italiani (24 operazioni, pari al 21% del totale). Elevato anche il numero di operazioni realizzate in Italia da soggetti esteri (13 operazioni pari al 11% del totale). L’Italia continua infatti ad avere prede ambite nella moda e nel lusso che suscitano
interesse ed attraggono investimenti da parte di soggetti esteri.

Comparando gli ultimi anni, dopo il picco toccato nel 2007, il numero di M&A ha avuto un trend decrescente che ha toccato il minimo nel 2011 con 91 operazioni. Per il 2013, Pambianco si aspetta a livello mondiale un numero di operazioni in linea con il 2012. Protagonisti saranno saranno sempre i fondi di Private Equity e gli investitori esteri, sia industriali che istituzionali.

Nel nostro Paese, le operazioni di maggior rilevanza sono state quelle di Valentino, ceduto da Permira a Mayhoola, società di investimento che fa capo al fondo sovrano del Qatar. Altra operazione molto importante realizzata in chiusura di anno è l’acquisizione di Marni da parte del gruppo Diesel (holding Only the Brave). Con questa operazione Renzo Rosso rafforza ulteriormente il suo portafoglio marchi che oltre a Diesel conta anche licenze importanti come Cavalli e Dsquared2. Molta attività anche nel settore degli occhiali dove il nostro Paese continua a vantare una leadership mondiale. Luxottica – si legge nel rapporto – continua ad inanellare acquisizioni. Nel 2012 ha acquisito la catena Sun Planet, il marchio Alain Mikli e una quota di minoranza di Salmoiraghi&Viganò. Marcolin, invece, è stata acquisita dal fondo di Private Equity PAI Partners, che ha promosso un’OPA totalitaria che potrebbe portare al delisting del titolo da Piazza Affari.

All’estero invece le operazioni più importanti sono state quelle del colosso giapponese Fast Retailing (proprietario tra gli altri della catena Uniqlo e del marchio Helmut Lang) che ha acquisito il marchio americano jeanswear J Brand. Da segnalare anche l’unione di due colossi negli USA con il gruppo PVH (Calvin Klein e Tommy Hilfiger) che ha preso il controllo della Warnaco. In Europa invece Maus Frères, holding svizzera che controlla anche Gap, ha acquisito la maggioranza di Lacoste, sfruttando i conflitti interni alla famiglia del fondatore Renè Lacoste.

Negli orologi da segnalare negli Stati Uniti l’acquisizione del marchio Skagen Design da parte del gruppo Fossil e, sempre negli States, l’acquisizione da parte di G-III Apparel della francesce Villebrequin.



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