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Perché la crisi del mercato dell’auto è anche un alibi

Abbiamo incontrato due Operatori all’inizio di questa settimana; il primo appartiene alla Rete Volvo Trucks , il secondo alla Rete Mazda. Ne abbiamo ricavato alcune informazioni riguardanti il management di entrambe, informazioni poi poi verificate con numerose conversazioni telefoniche, presso Operatori dei due marchi citati.  I manager in oggetto sono del tutto indifferenti alla sorte delle loro Reti; e trattano le stesse con l’arroganza del padrone assoluto… che non sono, perché le sedi del potere si trovano rispettivamente in Svezia (Volvo Trucks) e in Giappone (Mazda).

Per questi manager delle affiliazioni italiane (e probabilmente per alcuni/molti altri, di altre marche), aggiungiamo che la crisi è un alibi. Grazie alla Crisi, hanno in mano una spiegazione che consente loro di non accollarsi le pesanti responsabilità che invece sono soltanto loro: dalla richiesta, negli anni, di investimenti all’infuori di ogni logica in un mercato maturo e soggetto a crisi ricorrenti, al varo di politiche di marketing e vendita inadeguate, al rifiuto di qualsiasi dialogo rilevante con i singoli operatori, e con le associazioni non “omologate” … a strategie di copertura del territorio (“sviluppo Reti”) antiquate e controproducenti.

Se la crisi è anche un alibi per le case concedenti, in materia di vendita e post vendita, per il settore automobilistico come per quello veicolistico, le Reti non devono, a loro turno, attribuire alla crisi ciò che alla crisi non compete. In altre parole, alle Reti non può giovare rifugiarsi sotto le ali “rassicuranti” (a modo loro) della crisi, per giustificare il loro eventuale e mortifero immobilismo… anche perché questo alibi, ad un orizzonte ormai vicino, non ci sarà più.

Sintesi di un articolo completo che si può leggere qui.


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