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I piani di Shell al largo dell’Alaska

La compagnia petrolifera Royal Dutch Shell teme che i suoi guai si allarghino a macchia d’olio. Proprio mentre la società si sta preparando per un test cruciale che si terrà questo mese sulla sua capacità di risposta ad eventuali fuoriuscite, i piani di trivellazione del colosso petrolifero al largo della costa settentrionale dell’Alaska hanno sofferto una nuova battuta d’arresto.

L’autorizzazione necessaria per avviare le esplorazioni
Il programma di esplorazione della società nella regione, spiega il Financial Times, dipende dal superamento del test delle autorità statunitensi che devono controllare che l’attrezzatura sulla piattaforma Arctic Challenger possa contenere una fuoriuscita di petrolio sul fondale.

L’incidente nel golfo dell’Alaska
Ma lunedì una piattaforma per trivellazioni petrolifere ha rotto i cavi di traino e si è incagliata sulle coste di un’isola disabitata nel golfo dell’Alaska. L’emergenza è iniziata la settimana scorsa, quando la piattaforma era in rotta verso Seattle per lavori di manutenzione.

I rischi ambientali
Le squadre di emergenza della Guardia Costiera americana sono pronte, ma non possono intervenire a causa del mare in tempesta. Si tratta della Kulluk della Shell e a bordo ha un carico di quasi 600 mila litri di carburanti e petrolio, cosa che fa temere un disastro ambientale per l’isola di Sitkalidak, che si trova proprio davanti al Parco Nazionale Kodiak.

Il portavoce della Guardia Costiera, Sam Sacco, ha affermato però che ”non ci sono segni di perdite” dalla piattaforma. Ieri ci sono stati due tentativi di far arrivare degli esperti sulla piattaforma, ma sono falliti a causa del vento che soffiava fino a 120 chilometri l’ora e alle onde di oltre 12 metri. Il coordinatore federale delle squadre di emergenza, il capitano Paul Mehler, il ha parlato di circa 500 persone già a lavoro, e di “molte altre in arrivo”.

Noble Corporation, la società che sta lavorando alle trivellazioni per Shell, ha rivelato però che la Guardia costiera statunitense ha sollevato perplessità su “deficienze e problemi di manutenzione” sulla Noble Discoverer, l’altra piattaforma usata da Shell nell’Artico. Noble ha spiegato di aver già risolto alcuni di questi problemi e di star comunque lavorando su altri.

Gli investimenti miliardari di Shell nella regione
Shell ha dichiarato di avere ancora l’intenzione di cominciare il suo piano di trivellazioni a luglio, condizioni del ghiaccio permettendo. La società è confortata dalle potenziali scoperte di giacimenti nella regione e ha già speso più di 4,5 miliardi di dollari in preparativi, inclusi i costi di leasing.
La scorsa estate Shell non è riuscita ad ottenere l’autorizzazione del Bureau of Safety and Environmental Enforcement Usa a trivellare a causa di problemi al sistema di contenimento della piattaforma. E al secondo tentativo a settembre una parte della base a causa di un guasto elettrico è piombata in mare. L’equipaggiamento dovrà essere testato questo mese, e Shell spera che il problema alla Kulluk non rappresenti un altro scoglio per il suo miliardario piano di trivellazioni.

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