Mediocredito Italiano, UniCredit e Deutsche Bank stanziano 3 milioni di euro destinati a progetti di innovazione, ricerca e sviluppo delle Pmi italiane.
In un periodo in cui la crisi non accenna a finire, è necessario lasciarsi alle spalle angosce e timori, soprattutto se si è a capo di un’azienda, e darsi da fare per cercare di non venire distrutti da questo mostro che sta divorando tutto ciò che incontra sulla sua strada. Per questo motivo mettere i prestiti proposti nel settore a confronto per finanziare i propri progetti di business e mandare avanti con successo la propria realtà imprenditoriale può essere un buon punto di partenza.
E in un momento di particolare difficoltà per l’accesso al credito da parte delle aziende, tre istituti bancari hanno deciso di scommettere sull’innovazione proveniente dalle Pmi italiane. Mediocredito Italiano, UniCredit e Deutsche Bank hanno lanciato un’iniziativa per finanziare la messa a punto di nuovi brevetti creati dalla piccola e media imprenditoria italiana, spalleggiate dal Fondo Nazionale per l’Innovazione, lo strumento del Ministero dello Sviluppo Economico dedicato ai finanziamenti agevolati per progetti innovativi di ricerca e sviluppo industriale.
La concessione di prestiti destinati alle aziende ammonta a un totale di 3 milioni di euro e avrà durata massima di 10 anni. Le banche non richiederanno alcun tipo di garanzia, personale, reale o assicurativa, alle imprese che aderiranno. La “rete di sicurezza” è infatti fornita dal Fondo Nazionale per l’Innovazione (Fni),
La garanzia offerta dal Fni per questo specifico progetto è un capitale pari a 300 milioni di euro. La somma è parte della dotazione complessiva del Fondo, 80 milioni di euro derivati dal pagamento delle tasse per mantenere in vita i brevetti già registrati. Sui siti di UniCredit, Deutsche Bank e Mediocredito Italiano (Gruppo Intesa SanPaolo) sono disponibili tutti i requisiti per accedere ai prestiti.
Il Fni prevede due diversi canali attraverso i quali erogare i finanziamenti, uno per brevetti e design e l’altro solo per brevetti (quest’ultimo destinato ad investimenti in società di capitale). La prima fase di attività è dedicata all’individuazione – attraverso procedura pubblica – dell’intermediario finanziario che disporrà le somme; la seconda consiste nella vera e propria erogazione e nel monitoraggio del prestito.
Gli obiettivi di questo progetto mirano a far diventare il microcredito uno strumento per lo sradicamento della povertà, anche grazie a un’adeguata campagna informativa; si vogliono inoltre individuare delle misure che incentivino lo sviluppo di iniziative da parte delle imprese finanziate a favore di soggetti in stato di povertà.
Ricordiamo poi che esiste un particolare tipo di microcredito, quello diretto alle donne imprenditrici. Questa categoria, infatti, è la più penalizzata quando si tratta di dover chiedere un prestito: alle donne vengono chieste garanzie maggiori e a loro vengono applicati interessi più alti sulle somme finanziate.
Proprio per questi motivi il microcredito femminile si rivolge alle donne di tutte le età: dalle giovanissime che vogliono entrare nel mondo del lavoro, alle più grandi che un lavoro già lo hanno ma si trovano in difficoltà e alle donne che lo hanno perso e vogliono reinventarsi per entrare nuovamente nel mondo del lavoro.
La concessione del microcredito, destinato o meno alle donne, non consiste solo nell’erogazione del finanziamento: ad esso sono correlati dei servizi ausiliari finalizzati ad orientare e informare gli imprenditori, o le imprenditrici, nella fase precedente all’erogazione del prestiti, e al monitoraggio dell’attività economica nella fase successiva all’erogazione.