Dopo le polemiche dei giorni scorsi e l’invito alla cautela espresso dalla Corte dei Conti, Befera spiega che il redditometro non è “un’arma di accertamento di massa”.
Gestire il denaro per mezzo di un conto corrente permette di amministrare i risparmi in sicurezza e in più prevede la possibilità di usufruire di domiciliazione utenze, home banking, accredito dello stipendio e carte di credito a zero spese. Dal momento che ciascun consumatore ha esigenze differenti sul mercato ci sono svariate possibilità, per trovare quella ideale possiamo porre i corrente più vantaggiosi a confronto tra quelli delle principali banche.
A partire da quest’anno sarà introdotto il Redditometro, il nuovo strumento che, in pieno stile 007, spierà nei conti correnti aperti in banca dei contribuenti per verificare che non vi siano discrepanze fra il reddito dichiarato e lo stile di vita adottato nella quotidianità. Pur comprendendo le finalità dello strumento, la Corte dei Conti invita l’Agenzia delle Entrate a fare buon uso delle informazioni sensibili raccolte grazie al redditometro.
Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il direttore delle Entrate Attilio Befera ha, invece, rassicurato quanti temono l’effetto “grande fratello” su conti correnti on line e tradizionali, sostenendo che, in realtà, “il redditometro non sarà un’arma di accertamento di massa” come più volte è stato affermato dai media italiani e che per le spese “ci sarà comunque una franchigia di 12 mila euro”.
In particolare, secondo il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino, gli uffici dell’anagrafe tributaria dovranno adottare “massima attenzione e massima cautela” nell’utilizzare questo delicato strumento anti-evasione. Giampaolino invita, inoltra, ad “evitare un uso disinvolto delle informazioni non verificate”.
In quell’occasione Befera ha, inoltre, spiegato che ad essere a rischio saranno “meno di quarantamila contribuenti” su quaranta milioni, chiamati a rendere conto delle anomalie individuate dalle Fiamme Gialle.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha, infine, concluso, ricordando che il redditometro “potenzierà la lotta all’evasione”, una piaga sociale ed economica che affligge il sistema-Paese, traducendosi in un mancato introito di 100-120 miliardi di euro “su un’economia già provata dalla crisi”.
L’obiettivo del redditometro è chiaro: scovare i “furbetti” che non pagano le tasse per far ritornare nelle casse dell’erario i soldi che tanto servono soprattutto oggi. Come funzionerà? Il procedimento è molto semplice: attraverso l’incrocio tra i redditi dichiarati e le spese effettuate, si potranno trovare i potenziali evasori fiscali.
Il passo successivo è l’invio di una lettera a chi è risultato “fuori legge”, in cui verranno esposte dall’Agenzia delle Entrate queste presunte irregolarità. Per questo sarà utile conservare tutti gli scontrini delle spese che abbiamo fatto durante l’anno, soprattutto se si tratta di costi ingenti.
In questo modo, nel caso dovessimo rientrare nel gruppo dei probabili “fuori legge” potremo tranquillamente presentarli per dimostrare i nostri conti in regola.