Sì, ok “Bersani for President”, su questo tutti d’accordo. Ma per fare in modo che il segretario del Pd lo diventi davvero, ora che il gioco si fa duro, forse sarebbe meglio coinvolgere il suo grande avversario alle primarie. Sono in molti a chiedere che il Partito Democratico giochi l’asse con Matteo Renzi per questa campagna elettorale. E forse finalmente l’ha capito anche il Pd.
“Renzi si sta dimostrando davvero una grande risorsa. Nelle regioni chiave del centro nord servirà a catturare i voti degli indecisi e, perché no, anche quelli dei delusi di Pdl e Lega”, ha spiegato in un’intervista a Repubblica la bersaniana Alessandra Moretti che tanto aveva criticato il sindaco durante le primarie. Acqua passata, ormai: “Le primarie erano una battaglia diversa, in quel contesto eravamo chiamati a scegliere il candidato premier e resto convinta che il migliore fosse Bersani. Però Renzi ha dimostrato non solo di rispettare il risultato finale ma anche di avere a cuore il bene del Pd”.
Per questo, nelle scorse settimane c’era stato quel pranzo riappacificatore a Roma in cui il sindaco aveva dato la sua disponibilità a dare una mano a Bersani. Mano rimasta in tasca fino ad oggi, alimentando indiscrezioni e sospetti sull’assenza del sindaco.
Ora sembra invece che Renzi stia per scendere veramente in campo. La Moretti ha rivelato che lui e Bersani “si sentono spesso per telefono in questi giorni, stanno fissando le date per fare delle iniziative comuni. Credo che la prima sarà proprio a Firenze, saranno insieme là dove il ruolo di Renzi diventa più incisivo che mai. Ci vuole tempo”. Ma quanto ancora, visto che al voto manca poco più di un mese? Quella che è sicura è la presenza del primo cittadino di Firenze alla prima puntata delle Invasioni Barbariche domani su La 7. Poi dovrebbe iniziare un ancora poco precisato tour tra Lombardia e Veneto per convincere gli indecisi che “Bersani è il miglior candidato premier”, come lui stesso ha ribadito al Messaggero domenica.