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La Snam europea passa dalla Francia

Ecco il terzo ed ultimo post di Leonardo Zannier sulla campagna di Francia delle utilities italiane

Con la separazione da Eni, Snam non fa più mistero di voler diventare uno dei principali operatori dell’Eurozona per la distribuzione e lo stoccaggio del gas. Il piano strategico al 2015 vuole fare del gruppo guidato da Malacarne uno dei principali operatori infrastrutturali integrati a livello europeo.

L’alleanza strategica con il belga Fluxys e la recente acquisizione di quote di partecipazione
nell’Interconnector rappresentano i primi passi di uno sviluppo che dovrebbe consentire la creazione di un corridoio per il transito del gas da sud verso il centro e nord Europa, con l’Italia in qualità di hub. Inutile sottolineare come tale progetto sarà difficilmente realizzabile senza un coinvolgimento della Francia.

Eppure la strada sembra irta di ostacoli. Un primo contrattempo é sorto già quest’estate quando
l’autorità francese che regola i servizi energetici, a fronte della richiesta arrivata da Snam per la
creazione del corridoio nord-sud, ha posto alcuni paletti che hanno reso complicato il progetto
stesso. Snam non sembra ciononostante voler abbandonare il proprio disegno industriale e guarda speranzosa anche all’intervento dell’Ue. Intanto a Novembre il nome del gruppo é comparso, associato a quello del suo ex grande rivale Gdf, in una corsa per conquistare altri asset strategici in Francia.

Snam, tramite cordata che include anche un fondo sovrano di Singapore, sarebbe infatti in short list per l’acquisizione della rete di Tigf del gruppo Total. Si tratta di oltre 5mila chilometri di gasdotti e due impianti di stoccaggio nel sud-ovest della Francia. Insomma, un’infrastruttura strategica perché permetterebbe il collegamento di tutta l’area mediterranea, dalla Spagna all’Italia.

Qualora il gruppo di San Donato Milanese dovesse risultare vincitore, si tratterebbe della prima
importante operazione fuori dall’Italia per Snam. Anche su questo fronte la battaglia non sarà
tuttavia facile, poiché la concorrenza – in particolare del consorzio guidato dalla Caisse de Dépôts et Consignations (Cdc) – pare estremamente agguerrita.

In questi mesi avremo già i primi verdetti.


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