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Stretta al credito, quanto pesa l’organizzazione interna delle banche?

Banche

La crisi ha spinto molti istituti bancari a interventi di riorganizzazione. La “spending review” bancaria porterà a maggiori aperture del credito per l’utenza?

 

Sono diversi i motivi che spingono le persone a richiedere un prestito, e non sempre è facile ammettere a sé stessi di non avere le possibilità finanziarie per pagare le spese condominiali extra perché si è rotto l’impianto di riscaldamento del palazzo in cui si abita. Ma non bisogna abbattersi troppo, perché i finanziamenti sono stati inventati proprio per venire incontro alle persone, e quindi mettendo i prestiti esistenti nel settore a confronto si troverà quello più vantaggioso che allo stesso tempo ci permetterà di restituire la somma accordataci senza difficoltà.

 

Da mesi i principali attori del settore bancario e finanziario di tutta Europa, prima fra tutte la BCE, emanano veri e propri bollettini di guerra sulla situazione del credito. Famiglie e imprese non riescono più a ottenere un prestito, a tal punto da aver quasi smesso di richiederli. Si chiama credit crunch, o stretta creditizia, ed è dovuta a una serie di cause, non ultima la mancanza di liquidità da parte di molti istituti.

 

In Italia, il gruppo UniCredit è uno dei player che ha adottato questa strategia. In particolare, Piazza Cordusio ha avviato un processo di decentramento del controllo, da Milano alle singole divisioni di ogni Paese in cui la banca è presente. La forma che il Gruppo assumerà alla fine della ristrutturazione sarà federale, con l’unica eccezione del settore corporate e investment banking.

 

La crisi ha costretto molte banche a rivedere la propria struttura interna per ridurre i costi di gestione. Il tempo della “spending review” è arrivato anche per loro: se non arrivano abbastanza risorse dai depositi dei clienti, queste devono essere reperite tagliando sprechi e attività improduttive.

 

Operazioni analoghe condotte in altri istituti consentono di monitorare meglio le spese di ogni divisione e fermare in tempo eventuali sprechi. Cosa cambierà per gli utenti finali? Niente, nel senso che il contatto con la banca sarà identico a prima. Tutto, invece, dal punto di vista dell’accesso al credito: stando a quanto affermato dagli istituti “ristrutturati”, il contenimento dei costi permetterà di dirottare fondi per prestiti e mutui. Famiglie e aziende attendono con ansia.

 

La richiesta di accesso al credito continua infatti a salire causa crisi, mentre dall’altra parte la concessione di prestiti da parte delle banche sembra essere sempre più difficile. Per gli istituti infatti le garanzie che presentano i potenziali clienti devono essere molto precise, quando invece oggi avere per esempio uno stipendio fisso è diventato molto difficile.

Come fare quindi se chi concede crediti deve tutelarsi, giustamente, e chi richiede invece non riesce a dare le garanzie richieste? Per cercare di smuovere il mercato del settore ognuno dovrebbe cercare di fare un passo indietro per agevolare la circolazione di denaro contante.

 


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