Carceri che scoppiano a pochi giorni dalla condanna della Corte europea e nella civilissima Lombardia. Numeri e fatti che inducono a una riflessione e qualche domanda nel movimento liberista Fare per Fermare il Declino capitanato da Oscar Giannino.
“Cosa traiamo dall’allarme lanciato dal procuratore generale di Milano Edmondo Bruti Liberati? Che se il male è così incancrenito è perché mai nessuno ha voluto vederne la causa per curarla”, ha detto Alberto Saravalle, candidato alla Camera con Fare per Fermare il declino di Oscar Giannino e coordinatore dell’area Giustizia del movimento turbo liberale.
“Avere nelle carceri lombarde 9.307 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 6.051 posti – ha aggiunto l’avvocato milanese ci dice che è il momento di agire per modificare la carcerazione preventiva considerandola per quello che deve essere: una misura estrema e non la prassi, distinguendo tra gli indagati realmente pericolosi per la società e quelli che non lo sono. Perché non usare ad esempio i braccialetti elettronici diffusi in alcuni Paesi esteri?”.
Su 9.307 detenuti presenti nei 19 istituti di pena della Lombardia, circa 3.998 sono stranieri e solo 84 persone sono in semilibertà. In attesa di giudizio risultano 3.746 detenuti mentre sono 5.270 i condannati definitivi. E il dato nazionale è ancora più inquietante, dicono gli esperti di Fare per Fermare il Declino: delle 66.685 persone detenute a fine ottobre il 40,1% non sconta una pena definitiva (la media nei Paesi del Consiglio d’Europa è del 28,5%).
“Troppi sono i detenuti in attesa di giudizio, spesso per periodi troppo lunghi, a causa delle lentezze della nostra macchina giudiziaria. Non si può continuare così. L’argomento è scomodo, ma va detto che spesso ad affollare le carceri sono i detenuti per piccoli reati, mentre i grandi crimini – finanziari e non – spesso sfuggono alla giustizia. La colpa? L’abbassamento dei termini di prescrizione e l’abolizione di reati come il falso in bilancio sono soltanto un esempio”, conclude Saravalle.