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Il 2013 è iniziato con un Tesoro in cassa per Monti

Se il buongiorno si vede dal mattino, il ministero dell’Economia e delle Finanze può rallegrarsi. Il Tesoro ha incassato infatti sei miliardi di euro grazie al collocamento dei titoli di Stato a 15 anni, emessi per la prima volta dopo uno stop di due anni circa. Il totale del rifinanziamento dall’inizio dell’anno ha toccato quindi il 10% del fabbisogno del 2013. I tassi si sono attestati al 4,80%, ma per questi titoli lunghi il Mef ha visto i rendimenti aumentare di 30 punti base rispetto all’interesse corrisposto per i Btp con scadenza a marzo 2026.

Il Tesoro, sottolinea Reuters, approfitta in questi giorni del rapido crollo dei tassi di interesse per concentrare le aste sui titoli di Stato prima dei prossimi 24 e 25 febbraio. Le elezioni potrebbero infatti aumentare i timori sulla stabilità politica italiana e incendiare la volatilità dei mercati.

La straordinaria vendita del titoli a 15 anni è arrivata dopo le aste di inizio gennaio che hanno fruttato 34 miliardi di euro. Questa buona serie di vendite permette all’Italia di incassare 40 miliardi di euro contro un fabbisogno totale per l’anno in corso di 420 miliardi di euro.

“L’emissione dei titoli a 15 anni rappresenta un segnale davvero positivo in merito alla normalizzazione dei mercati finanziari e permetterà al Tesoro di raggiungere uno dei suoi obiettivi strategici per l’anno in corso: l’allungamento della maturità media del debito”, ha spiegato Chiara Cremonesi, fixed-income strategist di Unicredit.

Lo scorso luglio, prima dell’impegno della Bce nel sostenere il rifinanziamento dei Paesi dell’Eurozona in difficoltà attraverso il programma di acquisto di titoli Omt (Outright Monetary Transactions), il tasso d’interesse sui titoli a 15 anni era al 7,1% Il collocamento è stato curato da Banca Imi, Barclays, Credit Agricole, Goldman Sachs e JP Morgan.

 



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