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Timori e apprensioni per Hillary

Tra pochi giorni Hillary Clinton lascerà il Dipartimento di Stato americano. Per diversi motivi (di natura politica, strategica, personale e di salute) ha deciso di ritirarsi dalla vita pubblica. Sarà la prima volta in 34 anni che correrà per le strade come una cittadina americana comune (magari ancora con la scorta). Ma nonostante le riserve, ci sono dubbi se questa sarà davvero la fine politica della donna di ferro dell’America. Da suo marito fino al vertice del partito politico, passando per il popolo americano: tutti vogliono ancora l’impegno di Hillary Clinton. Forse proprio nella Casa Bianca nel 2016.

Un sondaggio di Gallup sostiene che Hillary Clinton è il membro più stimato del gabinetto di Barack  Obama e la donna più ammirata del Paese. Molto più dell’amatissima first lady, Michelle. Secondo un’altra consultazione di Public Policy Polling, circa il 57 per cento dei democratici vorrebbe Hillary Clinton nella corsa presidenziale del 2016. All’altro potenziale candidato, il vice presidente Joe Biden, lo vuole solo il 16 per cento.

Il marito Bill Clinton è stato esplicito: vorrebbe Hillary alla Casa Bianca. Ovvio, dietro le quinte del potere ci sarebbe posto anche lui. Ma Hillary non si è sbilanciata: considera che ha un’età piuttosto avanzata per fare il presidente. Ed è molto stanca. Ad aumentare le riserve c’è la sua salute da curare dopo il coagulo di sangue nel cervello, conseguenza della caduta a dicembre del 2012. Alcuni giornali israeliani hanno rivelato ieri che la situazione è più grave di quanto si dica: Hillary Clinton potrebbe vedere fortemente compromessa la sua percezione visuale in breve tempo come conseguenza del coagulo.

“Non credo che lei voglia correre per la Casa Bianca. Ma penso che dopo aver preso una pausa, dopo aver fatto qualcosa di diverso, potrebbe cambiare idea. Mai dire mai”, ha detto un suo ex assistente all’agenzia Reuters. Come segretario di Stato, Hillary Clinton ha battuto tutti i record di viaggio in più di 112 missioni. Nella sua gestione della politica estera ha saputo guadagnarsi i consensi di Democratici e Repubblicani. Forse pensa che è meglio ritirarsi da vincente, con un ottimo lavoro alle spalle, che rischiare un’altra sconfitta come quella del Partito Democratico nel 2008.

Dopo il meritato riposo, Hillary Clinton potrebbe rimettersi in pista con un impegno attivo in fondazioni (sia con la marito Clinton Foundation o un’altra istituzione) a favore dei diritti delle donne e dei bambini, una delle sue priorità da sempre. Ma se ci ripensa ad una possibile candidatura nel 2016 la decisione non può essere tardiva, i democratici potrebbe trovare presto un’altra scelta. E’ questo il momento da sfruttare.

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