Skip to main content

Addio a Gabriele Basilico, il fotografo che amava le città

Le sue città, solo apparentemente silenziose, in realtà vive e coerenti come raramente si riescono a cogliere, per così dire, dal vivo, hanno segnato la storia della fotografia di documentazione. Gabriele Basilico, fotografo acclamato in tutto il mondo, è morto a 69 anni, dopo alcuni mesi di malattia, e Milano – la sua città, quella da cui il suo lavoro, partito dai panorami industriali, si è poi mosso, per citare il titolo di un suo libro, “nelle altre città” – ne piange la prematura scomparsa.

Le sue immagini, quasi sempre in bianco e nero, precise ed essenziali, hanno in qualche modo ridefinito l’idea stessa del paesaggio contemporaneo, come lo stesso Basilico ricordava in una intervista concessa nel 2007 alla Fondazione Ragghianti di Lucca.

Ups file YT videointervista

da 4’28 quando parlo a 4’40 approci simbolici

Dal nuovo palazzo della Regione Lombardia (foto 11), “eccezionalmente” a colori, alle architetture razionaliste di Berlino (foto 10), dal ponte metallico che caratterizza Porto (foto 05) allo stabilimento Star di Agrate Brianza, fino ai palazzi spettrali e martoriati di Beirut (foto 18), Basilico ha raccolto e documentato, come pochi altri, l’anima profonda delle città. Che oggi, c’è da scommetterci, sentiranno la nostalgia del suo occhio così equilibrato e penetrante, pur nell’apparente freddezza dell’obbiettivo di Gabriele Basilico.



×

Iscriviti alla newsletter