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Poltrone da difendere e aziende da salvare

C’è ancora chi, tra gli operatori, non osa né parlare, né scrivere! Ora, il reticidio continua e il management delle Case concedenti non si attribuisce nessuna responsabilità, neppure nei casi così frequenti in cui la rovina dell’operatore dipende senza nessun dubbio da madornali errori manageriali; ivi incluse le richieste di investimenti insensati allorché tutti sapevano dal 1993 che il mercato italiano è maturo e soggetto a crisi ricorrenti. Nei vent’anni trascorsi da allora, pochi manager hanno avuto la decenza di lasciare volontariamente la propria poltrona; e meno ancora sono stati quelli che si sono preoccupati della situazione in cui sono precipitate le aziende rappresentanti la loro marca. La cosa grida vendetta, ma molti sono i sordi. 

Tra i “sordi”, ci sono quasi tutti i manager delle case concedenti, ma c’è anche la quasi totalità delle associazioni che rappresentano (?) gli operatori, e purtroppo anche alcuni di questi ultimi, in virtù del fatto che l’eliminazione di un collega riduce il livello della concorrenza. Ora, ciò che avviene sul mercato è abbastanza semplice: le Case fanno pagare i loro errori a chi è stato maggiormente danneggiato, vale a dire gli operatori del settore Automotive, in particolare i concessionari, ma anche gli organizzati e i riparatori autorizzati.

In effetti, alle case basta distribuire aiuti economici e finanziari in modo discriminatorio, ma non troppo, per rovinare gli uni e salvare gli altri. Proprio perché così stanno le cose, nessuno tra gli operatori dovrebbe sentirsi totalmente al riparo da qualche brutta sorpresa… sennonché il prodotto, che si tratti di vetture, veicoli, ricambi o servizi, deve pure essere affidato ad una Rete.

Sintesi di un articolo completo che si può leggere qui.



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