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Vi spiego che cosa farà adesso Bersani

L’happy end della Pierluigi Bersani story, quella che il giornalista Ettore Maria Colombo disegna nella biografia “Bersani” (Editori Riuniti, 18 euro), sarebbe stato l’approdo da premier a Palazzo Chigi. Ma per il figlio del benzinaio di Bettola i numeri prefigurano un destino diverso, dai contorni incerti e difficili. Su Twitter il segretario Pd ieri ha scritto: “Centrosinistra ha vinto Camera ed è avanti a Senato. Gestiremo responsabilità che #elezioni2013 ci hanno dato nell’interesse dell’Italia”. Concetto ribadito oggi in conferenza stampa: “La prima parola necessariamente spetta a noi”. Ma Bersani ha la leadership per pronunciarla, si domanda qualcuno. Per Colombo, intervistato da Formiche.net non è questa la questione: “Bersani dovrà avere doti da diplomatico più che da leader, saper mediare e cercare di fare un governo con Beppe Grillo o con il Pdl”.

Anche se Bersani ha detto “no a discorsi a tavolino sulle alleanze”, con chi pensa sarà più probabile l’apertura?

“La campagna elettorale si è caratterizzata per uno scontro molto duro con il Pdl, quindi non penso ci sia all’orizzonte un governissimo con Silvio Berlusconi. Sarà fatto un tentativo di alleanza con Grillo ma dubito che darà risultati. Comunque il potere di conferire l’incarico spetta a Giorgio Napolitano”.

La battuta di Maurizio Crozza, “il Pd ha un mese di tempo per perdere le elezioni”, alla fine si è avverata. Di chi è la colpa?

“Non c’è qualcuno che ha sbagliato. È  stata una campagna responsabile, dai toni forse troppo pacati. Non si è ecceduto nel populismo e questo in Italia non paga. Il fatto poi che il Pd abbia appoggiato per un anno il governo Monti con i sacrifici che ha fatto pagare agli italiani certo non ha aiutato”.

Con Renzi le cose sarebbero andate diversamente?

“Anche con Renzi il Pd non avrebbe vinto. Certo, avrebbe portato un po’ di elettori moderati ma ciò sarebbe stato controbilanciato da una scissione a sinistra, come nel ’92 con il Pci. Sarebbe stata una sfida diversa ma non per questo più di successo”.

Bersani ormai viene identificato con le sue metafore ma nel suo libro racconta che c’è anche molto altro…

“Bersani usa il linguaggio della sua terra che a volte può risultare criptico. Ma quei modi di dire hanno prodotto simpatia, gli sono valsi l’imitazione di Crozza, lo hanno trasformato da tecnico pragmatico esperto di materie economiche a leader popolare e amato”.

Come reagirà Bersani allo schiaffo di ieri? C’è chi ha parlato di dimissioni, anche se lui ha detto che non è “uno che abbandona la nave”.

“Secondo me il centro-sinistra queste elezioni non le ha perse ma pareggiate. In ogni caso, Bersani sa risollevarsi dalle batoste, è capace di ripartire, anzi tendenzialmente è un diesel, carbura meglio sul medio-lungo periodo. Non penso si dimetta, anche per volontàà del partito che rimarrà compatto attorno al suo segretario. Almeno fino al prossimo congresso”.



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