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Bersani e Monti, c’eravamo tanto amati

La paura gioca brutti scherzi. La rimonta virtuale del Cavaliere probabilmente non ci sarà mai nelle urne ma intanto un effetto concreto lo ha già ottenuto. Bersani e Monti, che nelle ultime settimane si erano confrontati scambiandosi epiteti non sempre gentili (eufemismo), da qualche ora si inviano pubblici messaggi di amorosi sensi.

Francamente, da un eccesso all’altro. Sia chiaro, non sta a nessuno, men che meno ai giornalisti, giudicare le campagne elettorali e le scelte dei leader. Tuttavia, da osservatori, non si può non cogliere una stridente contraddizione fra gli atteggiamenti ante proposta choc e quelli immediatamente successivi.

L’utilizzatore finale, indovinate un po’, è sempre lui… Silvio B.! Adesso lui e gli organi di informazione a lui vicini, allargati alla propaganda di Grillo e Ingroia, potranno gridare ancora più forte all’inciucio finendo così per indebolire sia Bersani che Monti.

Se la responsabilità sia dei candidati o dei loro spin doctor è tutto da verificare ma, in fondo, importa poco. Quel che conta è che Pd e Scelta Civica sono cascate nel trappolone mediatico del Cavaliere. Non hanno capito che l’annuncio a tre settimane dal voto del rimborso dell’Imu era una mossa più dettata dalla debolezza che dalla forza.

D’altronde, bastava guardare Bersani a Piazza Pulita o il povero professore bocconiano stremato dall’imponente (e improbabile) tour di interviste degli ultimi giorni: entrambi hanno perso lucidità.

Non sappiamo come andrà a finire però un consiglio a Bersani e Monti si può dare: calma e gesso. E’ un suggerimento poco attrattivo e forse non in linea con le fantasmagoriche campagne di Obama ma ragionevolmente più coerente con il profilo di entrambi.

Meditate, per favore.

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