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Bersani si dimette?

Dalle stelle alle stalle? Dai primi rutilanti instant pool alle prime disarmanti proiezioni non è stato davvero un bel salto per il Partito democratico.

La vittoria appariva a portata di mano per il partito capitanato da Pier Luigi Bersani non solo dopo il successo delle primarie, ma anche perché pur avendo come alleato Nichi Vendola, il profilo del Pd appariva più rassicurante rispetto alle offerte politiche più tonitruanti ad esempio di Rivoluzione civile di Antonio Ingroia.

Ma non era solo l’imprinting socialdemocratico quello voluto da Bersani. Il segretario del Pd con alcune scelte mirate ha ampliato il tradizionale bacino elettorale del partito coinvolgendo personalità centriste e liberali come l’ex dg di Confindustria Giampaolo Galli e l’economista cattolico Carlo Dell’Aringa, oltre ad altre personalità del mondo cattolico tanto che qualche maligno dirigente non bersaniano aveva coniato un’altra definizione del Pd: Partito democristiano e non più Partito democratico.

E altri dirigenti ora si chiedono se con un numero di senatori che con tutta probabilità sarà inferiore a quello che raggiungerà il Pdl, è questione di ore l’annuncio delle dimissioni di Bersani da segretario del Pd.

Fantapolitica, profezia, malignità o notizia anticipatoria? Vedremo che cosa succederà tra qualche ora.

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