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Bonus bebè, erogati fondi fino al 2015

Bonus bebè

Con contributi mensili da 300 euro, una normativa del Ministero del Lavoro cerca di favorire il reinserimento delle donne dopo il periodo di maternità.

Ottenere l’erogazione del credito da parte delle banche può essere essenziale per giovani precari o coppie con figli che necessitano far fronte alle spese quotidiane o effettuare delle spese importanti. Per andare incontro alle esigenze dei vari consumatori banche ed intermediari finanziari hanno messo sul mercato numerose proposte, mettendo i prestiti più convenienti del momento a confronto, tuttavia, sarà semplice individuare il migliore per i bisogni di ciascuno.

Abbandonando la vecchia formula di erogazione di un prestito agevolato, il Ministero del Lavoro cerca di favorire il rientro delle madri dopo il periodo di maternità, avviando una nuova normativa che prevede, tra il 2013 e il 2015, l’erogazione di un “bonus bebè”, dell’importo di 300 euro mensili per tutti i nati a partire da gennaio 2013.

Questo bonus è utilizzabile per il servizio di baby sitting, o per il pagamento diretto nel caso di utilizzo di asili nido pubblici o privati. È necessario inoltrare la richiesta di prestito on line, specificando la tipologia di finalità a cui si vuole destinare l’importo ricevuto. Le richieste possono essere fatte per tre anni, dal 2013 al 2015, e ammontano a 20 milioni di euro all’anno (60 milioni di euro totali).

L’assegnazione avverà in base a una graduatoria, dalla quale verranno automaticamente escluse le madri che godono dell’esenzione dal pagamento della rete pubblica dei servizi per l’infanzia, o di quelli convenzionati, così come quelle che godono di altri tipi di benefici, come quelli stanziati dal Fondo per le Politiche relative ai diritti e alle pari opportunità.

Tale provvedimento è finalizzato anche al maggiore coinvolgimento del padre nei primi mesi di vita del figlio, attraverso l’introduzione del congedo obbligatorio il giorno della sua nascita. Nel caso in cui il congedo sia facoltativo, invece, il padre può beneficiare di uno o due giorni di permesso, solo nel caso in cui la madre rinunci ai suoi.

In entrambi i casi, il padre ha comunque diritto a un’indennità giornaliera a carico dell’Inps, che copre il totale del suo stipendio, e la richiesta deve pervenire in forma scritta al datore di lavoro.

Cosa fare quindi se si è in possesso di tutte le caratteristiche necessarie per accedere a questi prestiti? Prima di tutto rivolgersi al Ministero del Lavoro con tutte le specifiche spiegate sopra, e poi non rimane che attendere la fine del bando prima di sapere se la nostra richiesta è andata a buon fine.

In caso di risposta positiva il prestito verrà concesso solo relativamente all’ambito richiesto, quindi non si potrà, per esempio, richiedere un prestito per avere una baby sitter e poi invece utilizzarlo per l’inserimento del bambino in un asilo nido.

Questa proposta sicuramente andrà a beneficio delle famiglie con entrambi i genitori lavoratori che, soprattutto nel caso delle madri, non vogliono rischiare il posto e anche venire meno ai propri doveri familiari. Rimane sempre il problema che molte di questi nuclei famigliari a volte non riescono a far pervenire le loro richieste agli organi competenti.

 


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