La campagna elettorale è fatta così, un giorno su e un giorno giù. E ieri è andata che il senatore Monti ha fatto una sesquipedale figuraccia (resa più plateale dall’imbarazzata rettifica), mentre il Partito democratico – dato ultimamente in difficoltà, secondo qualcuno perfino sprofondato nel panico – ha invece dato il meglio di sé, in una incoraggiante prova di forza, di unità e di convinzione. E tutta una questione di come si sa comprendere e interpretare il passato stando coi piedi nel presente. Ieri Monti (forse per una questione anagrafica, come ha ironizzato Matteo Renzi) s’è voltato indietro e ha provato a schiacciare il centrosinistra riformista sulla foto d’archivio della scissione di Livorno. Un tale sproposito che lo stesso senatore a vita (elevato a tale rango, sia detto per inciso, da Giorgio Napolitano, a proposito di Pci) se l’è dovuto rapidamente rimangiare, come un Berlusconi qualunque. La storia di secoli e decenni è li da leggere, nessuno la può negare né rinnegare.
Ma la storia politica utile, quella che serve a capire il presente, è molto più recente. Infatti anche Bersani e Renzi, a Firenze, hanno avuto una storia da raccontare: quella del Pd rifondato nelle primarie, dal duello che hanno saputo animare con asprezza e lealtà; di un partito che è democratico per davvero, destinato a resistere nel tempo oltre i personalismi; quello di una maturità riformista piena, mai sufficiente ma comunque incomparabile a quella che può essere messa al servizio dell’Italia da qualsiasi altra forza politica, come dimostrano proprio i mesi del faticoso sostegno al governo dell’ingrato Monti. Sì, in effetti è il passato che dà forza e credibilità alla candidatura del Pd per il governo. Questo passato prossimo qui, però, non il passato remoto goffamente citato da un uomo che abbiamo considerato un leader responsabile, e che ora pare quasi posseduto da una creatura aliena. Quasi tutto è ammesso, nella foga della concorrenza elettorale. Tranne l’offesa gratuita a un’intera comunità di persone. Molto presto dovrà tornare a parlare con questi rottami del ’21, il senatore Monti. Speriamo di avere un’amnesia provvisoria, quel giorno lì, e di dimenticare l’infelice venerdì in cui disse una bugia a dei bambini.
www.europaquotidiano.it – @smenichini