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Cento di questi Xi

Sarà la Russia la meta del primo viaggio ufficiale di Xi Jinping alla guida della Cina. La data ufficiale non è ancora stata stabilita. Prima si attende l’insediamento ufficiale del segretario generale del Partito comunista alla presidenza della Repubblica popolare.

Xi segue le orme del suo predecessore Hu Jintao. Seconda tappa sarà il Sud Africa nell’ambito di un incontro delle potenze economiche emergenti. La visita moscovita, scrive il New York Times, è la risposta cinese alla strategia di ritorno degli Stati Uniti in Asia. Un nuovo interesse che a Pechino è considerato una forma di contenimento della Cina. Il viaggio avrebbe inoltre l’obiettivo di rafforzare i rapporti tra Cremlino e Zhongnanhai in vista dell’incontro tra Xi e Obama atteso non prima del prossimo mese di settembre, in occasione del vertice del G20 a San Pietroburgo e replica del viaggio statunitense nel 2012 dell’allora ancora vicepresidente cinese, già leader in pectore.

L’itinerario della prima visita presidenziale di Xi trapela in contemporanea al primo viaggio di John Kerry nelle vesti di nuovo segretario di Stato Usa. In controtendenza con la decisione di Hillary Clinton che durante il primo mandato dell’amministrazione Obama scelse l’Asia per dare inizio al proprio incarico, Kerry ha scelto la tradizione: Europa e Medio Oriente.

Le indiscrezioni sul viaggio del futuro presidente cinese arrivano inoltre nel centesimo giorno di Xi alla guida del Partito comunista. I primi cento giorni del nuovo leader hanno trovato ampio risalto sulla stampa ufficiale. L’agenzia Xinhua ha ricordato il “sogno cinese”, per citare le parole dello stesso Xi; l’enfasi sulla lotta contro la corruzione e gli eccessi dei funzionari; l’enfasi sulle riforme (non è ben chiaro quali) sottolineata dalla visita a Shenzhen dello scorso dicembre, eco del viaggio a Sud di Deng Xiaoping che diede nuovo impulso alle istanza liberiste in Cina dopo la repressione del movimento di Tian’anmen; lo sviluppo pacifico sebbene nel rispetto degli interessi cinesi, un riferimento alle dispute territoriali, in particolare quelle con il Giappone per le isole Diaoyu-Senkaku, proprio nel giorno dell’incontro a Washington tra il presidente Obama e il primo ministro nipponico, Abe Shinzo.

Alcuni pareri di esperti sui primi 100 giorni di Xi sono apparsi sul quotidiano singaporiano Straits Times. Secondo il professor Li Mingjiang, il leader cinese merita una “A” per aver creato un’atmosfera politica positiva nel Paese cercando di colpire sprechi e malaffare. Una “B” di incoraggiamento è invece il voto di Steve Tsang del centro per gli studi cinesi della Nottingham University. Giudizio basso, poco sopra la sufficienza, è invece quello dell’analista di Hong Kong Willy Lam, motivato con le scarse azioni nell’ambito delle riforme politiche ed economiche e con i mancati cambiamenti del trattamento riservato ai dissidenti.

Il mandato di Xi è appena agli inizi. Come ricorda in “Stato e società della Cina contemporanea”, la sinologa Francesca Congiu, la nomina del leader nuovo leader cinese è lo sbocco finale del processo di istituzionalizzazione del Partito da movimento rivoluzionario a forza di governo, da parte in causa dei conflitti nella società a entità sopra le parti che media tra i vari protagonisti della realtà cinese.


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