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Cina, il Governo gioca la carta dell’austerity, no a spot e ristoranti di lusso

Tempi duri per i cinesi amanti del lusso. Per contrastare la crescente corruzione, il Governo del Dragone ha promosso una campagna di vera e propria austerity. Tra le iniziative, ad aver fatto più scalpore è stata la decisione di vietare a radio e televisioni di trasmettere spot pubblicitari che incoraggiano regali di lusso. “Alcuni spot”, recita una circolare dell’amministrazione statale emessa in questi giorni, “invitano le persone a donare orologi preziosi, francobolli rari e monete d’oro, pubblicizzando così valori sbagliati e creando cattive condotte sociali”. Il bando sugli spot di beni di lusso è stato emesso in concomitanza con il nuovo piano e le riforme sono state messe a punto dal governo per ridurre il crescente divario tra ricchi e poveri e scongiurare rivolte che possano minare la stabilità politica.

Il nuovo leader cinese Xi Jinping ha più volte sottolineato la necessità di contrastare la corruzione vietando anche le cerimonie fastose. L’impatto della politica di austerity da parte del Governo pare avere inciso pesantemente sul giro d’affari dei ristoranti e degli hotel cinesi. Secondo quanto riportato dal Chinese Cuisine Association, che ha monitorato l’andamento di 100 esercizi, il 60% delle prenotazioni dell’ultimo periodo è stato disdetto: per esempio, un hotel cinque stelle di Beijing pare avere perso 10 milioni di yuan (circa 1 milione di euro) a causa delle defezioni dei propri clienti.

 


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