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Le dimissioni di Benedetto XVI? Una grande responsabilità del popolo di Dio

Dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II anche Benedetto XVI ha continuato il Magistero della Chiesa sulla centralità e dignità della persona e sulla dottrina sociale, integrata dall’Enciclica “Caritas in Veritate”. Benedetto XVI ha continuato con frequenza a manifestare appelli pubblici ai cristiani per un impegno nella società e nella politica per ricercare le scelte per il miglioramento del bene comune; ha richiamato sempre i cattolici ad essere coerenti con i principi del Vangelo di Gesù Cristo; ha richiamato l’uomo a non farsi attrarre da alcuni mali della società globale: il relativismo, il nichilismo, l’edonismo sfrenato, la ricerca del solo benessere economico, della eliminazione di Dio dalla vita pubblica, dello sfruttamento dei minori e della sopraffazione da parte dei Paesi più ricchi sui Paesi più poveri, che in molti casi vengono depredati delle loro risorse naturali.

Benedetto XVI ha continuato a rivolgere l’invito a tutti di “aprire le porte a Gesù Cristo” e di proseguire l’appello ai giovani “…di avere il coraggio di spendere la propria vita per seguire Gesù…”. Tra i richiami più forti del Magistero di Benedetto XVI va ricordato quello frequente alla tutela dei “valori non negoziabili” che sono “l’architrave della dottrina sociale della Chiesa”: la difesa della vita (dall’inizio alla fine: no all’aborto, no all’eutanasia), la tutela della famiglia naturale, antropologica, formata da un uomo e una donna, la procreazione responsabile, la libertà di educazione, la tutela della dignità della persona. Avere ribadito con fermezza e senza compromessi questi valori della Chiesa cattolica ha causato forti critiche e dissensi non solo in coloro che fanno riferimento a culture diverse e sono ostili ai cristiani, ma anche in molti stessi cattolici (chierici e laici senza distinzioni). Benedetto XVI ha più volte spiegato i grandi mali che affliggono la Chiesa sia prima di essere nominato Papa (…”bisogna eliminare la sporcizia che c’è nella Chiesa….” -ultima via Crucis di Giovanni Paolo II-), sia durante il Suo Pontificato, quando ha affermato che “…i mali e i nemici peggiori sono all’interno della Chiesa e non all’esterno…”.

Questi nemici, proviamo a riepilogarli, sono da sempre già noti a tutti e semmai si sono rafforzati nel terzo millennio, nell’era della globalizzazione (la massoneria, il comunismo, il relativismo, il nichilismo e la tecnocrazia senza Dio, le sette religiose anti cristiane, i fondamentalisti e terroristi islamici, specie dopo il discorso del Papa, il massimo teologo Ratzinger, tenuto in Germania all’Università di Ratisbona. Purtroppo “il popolo di Dio” è rimasto sordo agli appelli e al Magistero di Benedetto XVI e questa sordità e spesso ostilità ha pesato enormemente sulle responsabilità del Papa dei tempi di Internet, di Twitter dell’era digitale. Hanno poi contribuito alcuni enormi scandali di membri della Chiesa su temi sensibili, quali: la pedofilia, la grande finanza internazionale, le correnti di pensiero a favore del matrimonio dei sacerdoti e del sacerdozio delle donne, della liberalizzazione indiscriminata dell’uso dei contraccettivi e dei metodi contro la creazione di nuove nascite. Questi “scandali” e forti contrasti hanno forse pesato, sulle naturali fragilità di un uomo, di un anziano di 85 anni come l’uomo Ratzinger, ma a nostro avviso, in modo assai minore sul Papa Benedetto XVI. Hanno invece pesato enormemente: la sordità l’incoerenza, l’ostilità di molta parte del Popolo di Dio, unite a tanta arroganza intellettuale di tipo laicista. Queste a nostro avviso, sono alcuni motivi che, forse, hanno convinto Benedetto XVI, con la spinta della luce dello Spirito Santo, a dare un segnale forte all’umanità e in primis ai Cristiani: vorranno alimentare i valori della propria Fede e tutelare e affermare la propria identità oltre all’impegno di evangelizzare e portare il messaggio di Gesù a tutti gli esseri umani?”

La Chiesa è formata dal Popolo di Dio, in tutti i suoi componenti, nella circolarità di tutti i ruoli: cardinali, vescovi, preti, suore, laici di qualunque livello sociale; tutti insieme con lo spirito di Dio, attraverso l’Eucarestia, aiutano e sostengono il Papa nella missione che Gesù affidò a San Pietro, primo Papa della Chiesa. (Questi principi, qui sintetizzati certamente in modo approssimato e incompleto, sono i riferimenti di una lezione magistrale ovvero di una riflessione fatta dal Cardinale S.E. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano (nella chiesa di San Giovanni in Laterano a Milano la sera del 15 Gennaio di quest’anno).

Le dimissioni di Benedetto XVI segneranno una svolta storica se il popolo di Dio si rinnoverà profondamente nelle coscienze, se ritroverà l’impegno e l’entusiasmo di vivere e appartenere al Corpo mistico di Cristo e di aiutare e seguire in obbedienza il Magistero del Papa che avrà l’onore, il privilegio e la grande responsabilità di guidare la Chiesa dopo il grande Papa Benedetto XVI.
A nostro avviso, tutti coloro che ritengono che un Papa non deve e non può scendere dalla Croce ovvero che deve arrivare fino alla fine della sua vita con il suo martirio, si dovranno ricredere e fare atto di contrizione, chiedendo in coscienza scusa a Benedetto XVI perché è già da oggi che comincia il Suo vero martirio, ancora di più dal primo Marzo quando non potrà più replicare ad alcuno ne in privato e né in pubblico.
Rivolgiamo la nostra preghiera alla Madonna di Lourdes nel 155^ anniversario della Sua prima apparizione a Bernadette, preghiamola per la salute fisica e spirituale del Papa Benedetto XVI e per il bene e l’unità della Chiesa cattolica.

In Jesu et Maria
Antonino Giannone
Vice Presidente ALEF (Associazione Liberi e Forti)

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