La svolta, sebbene timida, il mercato immobiliare italiano potrebbe vederla nella seconda metà del 2013. A condizione che lo spread non aumenti, ci sia un governo stabile e i mercati si tranquillizzino. E Paolo Righi, presidente di Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali), si dice confortato dal fatto che tutti gli schieramenti politici vogliano in qualche modo mettere mano sull’Imu. Anche se, in una conversazione con Formiche.net, si dice più perplesso sulla proposta choc di Silvio Berlusconi sulla restituzione di quanto versato per la tassa sulla prima casa nel 2012.
“Il mercato immobiliare – spiega – ha visto una forte contrazione delle compravendite per l’imposizione fiscale molto alta e a causa del credito non erogato dalle banche”. Ma la richiesta di abitazioni da parte dei cittadini non si è abbassata. “La gente vuole comprare casa ma è spaventata anche dal dibattito elettorale e politico che si gioca sui temi della tassazione e dell’Imu”.
In prospettiva, “con uno spread i cui livelli non subiscano scossoni, con un governo stabile dopo le elezioni e con una Unione europea che tranquillizzi i mercati, le banche dovrebbero essere più disposte a erogare mutui e quindi nella seconda metà del 2013, a queste condizioni, dovrebbero esserci timidi segnali di ripresa del mercato”, osserva. D’altra parte, “gli investimenti azionari negli ultimi anni non hanno avuto un ritorno abbastanza soddisfacente quindi siamo certi che se c’è liquidità e le banche concedono mutui il mercato potrà riprendersi”.
E la campagna elettorale sempre più incentrata sulla casa? “Siamo contenti che le forze politiche stiano rivedendo le loro posizioni sull’Imu sulla prima casa e che tutti siano d’accordo sulla sua eliminazione per le fasce più deboli”. Ma questi annunci secondo Righi sono confortanti anche per i giovani che, per non essere definiti “bamboccioni”, si sono indebitati per comprarsi un’abitazione, e si sono poi ritrovati a dover pagare anche l’Imu.
Ma le perplessità restano sulla restituzione di quanto versato per la prima casa nel 2012, come proposto da Silvio Berlusconi. “Abbiamo dubbi a riguardo perché è chiaro che si tratta di una proposta fatta in mancanza di copertura e di un piano organico sulla fiscalità”, conclude.