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Gli interrogativi in casa Giannino sull’Imu. Abolirla o no?

La proposta di Silvio Berlusconi di abolire l’Imu sulla prima casa e restituire agli italiani quella versata durante il 2012 sta facendo discutere. Ma più di ogni altro partito, l’agitazione e il fermento si stanno concentrando nel movimento di Oscar Giannino, Fare per Fermare il Declino, che tra i suoi punti programmatici qualificanti include proprio la riduzione della pressione fiscale. Il sito del movimento turbo liberista capitanato da intellettuali ed economisti, oltre Giannino, come Michele Boldrin, Alberto Bisin e Carlo Stagnaro ospita un dibattito tra militanti, aderenti e simpatizzanti.

Qualcuno non manca di sottolineare che nel programma liberista del movimento “non ne è prevista l’abolizione, figuriamoci la restituzione” della tassa sulla prima casa, che non sono però idee bislacche dal momento che “lo Stato spende 800 miliardi ogni anno, quindi ogni giorno mediamente movimenta oltre 2 miliardi, due giorni di bilancio e la restituzione è fatta”, osserva Antonio Donatiello. Giannino comunque ripete che non vuole seguire e discutere gli slogan di Silvio Berlusconi, ormai screditato come politico dopo gli anni di governo in cui non ha realizzato quanto promesso anche in materia fiscale.

Ma uno dei promotori della lista di Giannino, l’economista Andrea Moro, su NoisefromAmerika.org, riconosce sì che una misura del genere farebbe pagare meno tasse ai cittadini ma spiega che nell’agenda di governo sarebbero altre le priorità, come la riduzione delle tasse sul lavoro. “Per rilanciare l’economia è meglio tagliare certe tasse piuttosto che altre. L’Irap è una tassa che distrugge le imprese (e, per proprietà transitiva, il lavoro e la crescita). Le imposte sui redditi e il cuneo fiscale in generale sono tasse che distruggono gli incentivi a lavorare degli individui (e, per proprietà transitiva, il lavoro e la crescita). In questo senso, l’Imu è meno prioritaria. La nostra proposta di riforma fiscale implica meno tasse per i lavoratori. La politica fiscale – aggiunge Moro – deve essere congegnata per distorcere il meno possibile gli incentivi di lavoratori ed imprese a produrre. Questo è il modo serio di ragionare se si vuole veramente tornare a crescere. Per tutto il resto, rivolgersi ai soliti demagoghi da quattro soldi”, conclude Moro.

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