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Grillo dal V-Day a Montecitorio

Era il 4 ottobre del 2009 quando Beppe Grillo presentava il programma del suo Movimento 5 stelle al teatro Smeraldo di Milano. Quattro anni dopo, quel movimento, che si ispirava al partito dei pirati svedese, si appresta a varcare la soglia del Parlamento italiano. Il comico, che il grande pubblico televisivo ha conosciuto a partire dagli anni 70, nel tempo si è convertito in politico e ha sfidato i partiti tradizionali puntando sulla Rete, negandosi ai media nazionali e portando in piazza sempre più gente, fino al boom in piazza San Giovanni a Roma dove ha concluso, il 22 febbraio 2013, lo Tsunami tour che gli ha aperto le porte di Montecitorio.

La sua prima iniziativa al di fuori del mondo dello spettacolo risale in realtà all’8 settembre 2007, quando con il V-day raccolse più di 330mila firme, ben oltre le 50mila necessarie per una legge di iniziativa popolare su eleggibilità e credibilità dei parlamentari. Ma il primo grande successo della creatura politica di Grillo arriva con le elezioni comunali a Parma nel 2012 dove elegge il primo cittadino, Federico Pizzarotti. L’avanzata prosegue con le regionali in Sicilia pochi mesi dopo.

L’ex comico apre la campagna elettorale con un’impresa spettacolare: attraversa a nuoto lo Stretto di Messina, un’ora e 17 minuti di bracciate tra Scilla e Cariddi che verranno ripagate dai siciliani: la lista del suo movimento è la più votata. Sull’onda di questo entusiamo, il 29 ottobre 2012 ufficializza la corsa per le politiche del 2013. Inizia a percorrere lo Stivale a bordo di un camper e registrando, quasi fosse un tour teatrale, il tutto esaurito in ogni tappa. Rifiuta i dibattiti televisivi e si affida direttamente alla Rete per farsi ascoltare, non rincorrere mai partiti i tradizionali che al massimo lo accusano di populismo. Nelle piazze urla proposte che gli italiani, provati da crisi economica e scandali politici, apprezzano: dal reddito minimo al ritiro dalla zona euro, dal taglio delle spese militari alla riduzione dei compensi ai politici all’Internet gratuito.

Gaffe e polemiche, in tutto questo turbinio di parole, non mancano, ha detto che la mafia è meglio dello Stato, ha espulso consiglieri come Favia che hanno criticato le regole democratiche del movimento, ha attribuito il suo programma economico al Nobel Joseph Stiglitz, che non ne ha rivendicato la paternità.

Ora queste idee entreranno in Parlamento.



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