Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo una sintesi dell’articolo di Stefano Sansonetti apparso sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.
Uno sceicco dei ministeri per il calcio romano di sponda giallorossa. Sotto di lui una rete di tre società che in Italia stanno muovendo le prime mosse. La prima si chiama Amyga, si occupa di petrolio e dintorni, ma negli archivi della camera di commercio non c’è traccia dei suoi bilanci.
La seconda è la Amyga Oil & Gas, giovanissima holding di partecipazioni di cui si conosce solo un’investimento di due milioni di dollari per rilevare il 54% di una società di diritto saudita. La terza si chiama Technofin, un’altra holding di partecipazioni che, sebbene sia nata nel 2003, risulta oggi inattiva, anche in questo caso senza traccia di un bilancio. Insomma, gli elementi del mistero ci sono tutti. Dietro tutto questo c’è Adnan Adel Aref Qaddumi, lo sceicco giordano che è in fase di avanzata trattativa per entrare nella As Roma Spv Llc, ovvero la finanziaria americana di James Pallotta che controlla la Neep Roma holding e quindi a cascata la società calcistica.
Certo, non è proprio agevole capire chi sia Qaddumi. Cominciamo dall’ultima sua creazione italiana. Nel 2011, infatti, ha costituito a Roma la Amyga Oil & Gas srl con buona parte dei componenti della sua famiglia. L’oggetto sociale parla di una holding di partecipazioni, ma la vita della società è talmente breve che l’unico bilancio depositato racconta poco. Con un curioso dettaglio. Il 16 maggio del 2011, infatti, è stato sottoscritto un contratto preliminare per la costituzione e di una società di diritto saudita, la “Assir Hi Tech International Group for Commerce Industry and Contracting Ltd”. Ebbene, il documento contabile, approvato nel corso del 2012, riferisce che il preliminare prevede la partecipazione futura al 54% del capitale della nuova società, con versamento da parte della Amyga Oil & Gas di 2 milioni di dollari. Operazione che, a questo punto, potrebbe essersi completata. Nel capitale della Amyga Oil & Gas, dopo tutti i componenti della famiglia Qaddumi, troviamo con l’1% la Ipe – Italiana produzione energia, società che fa capo al commmercialista Gualtiero Giannini, al cui indirizzo romano di trova la sede della holding. E con un altro 1% c’è la Global Service International, società di consulenza detenuta al 95% da Giuseppe Deiana.
Poi c’è la Amyga srl, nata nel 2005 sempre a Roma (con sede secondaria a Perugia dove lo sceicco ha la residenza) per effettuare tutte le attività di raffinazione, trasformazione e trattamento del petrolio. Questo, almeno, dice l’oggetto sociale. Nonostante i sette anni di vita, però, presso gli archivi della camera di commercio non risulta depositato alcun bilancio. Qualche curiosità spunta fuori nell’azionariato. Nella Amyga, infatti, il 60% è in mano allo stesso Qaddumi, mentre il restante 40% fa capo a Gerardo Catelotti, nato in provincia di Varese, che è anche consigliere di amministrazione della società. A carico di Catelotti, sempre sulla base dei dati di conservatoria, emergono ben quattro decreti ingiuntivi per importi che variamo tra i 34 e 205 mila euro, tutti a favore di istituti bancari (Hypo Alpe Adria Bank, Credito bergamasco, Banca popolare di Intra e Intesa Sanpaolo). Ai quali si aggiunge la registrazione di due verbali di pignoramento immobiliare, entrambi a favore del Credito bergamasco.
Infine Qaddumi risulta essere titolare del 50% di un’altra holding, la Technofin, costituita nel 2003 a Gallarate, in provincia di Varese. Anche nel caso della Technofin, che risulta inattiva, è impossibile trovare traccia di bilanci depositati. L’unico dettaglio che si può aggiungere riguarda i soci di Qaddumi: Sandro Toffoletto al 30%, Angelo Attolini al 15% e Roberto Bedendo al 5.