L’idea ricorda il cosiddetto “esercito dei 50 centesimi”, come sono chiamati gli utenti cinesi pagati per indirizzare a favore del governo le conversazioni su forum e social network, che stanno prendendo una piega troppo critica. La strategia di Pechino è il primo termine di paragone che viene in mente per la campagna di comunicazione europea di cui dà conto il Daily Telegraph.
Il quotidiano britannico riferisce di una strategia per monitorare l’opinione che i cittadini hanno dell’Unione e rispondere cercando di frenare i sentimenti euroscettici. Costo di questa analisi qualitativa 1,8 milioni di euro da trovare nel bilancio attuale cui aggiungere ulteriori 800mila euro nel prossimo anno. Il tutto con l’avvicinarsi della scadenza elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo a giugno 2014.
Gli addetti alla comunicazione dovranno essere in grado di seguire le conversazioni pubbliche e capire l’aria che tira, intervenendo tempestivamente per influenzare il discorso, a esempio pubblicando dati e informazioni che smontino presunti miti sull’Unione, scrive il Telegraph citando parti del documento.
Una strategia da adottare in particolare in quei Paesi dove più forti sono le spinte e i sentimenti euroscettici ma che secondo i critici mette a rischio la neutralità delle istituzioni. Non a caso a rilanciare la notizia è proprio un quotidiano britannico quando è trascorsa una settimana dal discorso con cui il premier David Cameron annunciava il referendum da tenersi nella prossima legislatura con cui i cittadini britannici saranno chiamati a decidere se restare o no nell’Unione europea, non prima tuttavia che Londra rinegozi con Bruxelles i patti per la propria adesione.
Uno dei punti su cui il Telegraph si sofferma maggiormente è proprio la crescente distanza tra gli impegni europei di garantire pace, prosperità e giustizia sociale e la realtà delle misure di austerità di cui Bruxelles è considerata la principale artefice.