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La scoopista Concita De Gregorio e la Repubblica del Vaticano

Concita De Gregorio è una brava e preparata giornalista che ha diretto il quotidiano L’Unità dal 2008 al 2011. Accanto all’attività giornalistica, la De Gregorio ha affiancato, con successo, quella di scrittrice. Suo, infatti, è il libro “Io vi maledico”, edito da Einaudi, ovvero un “viaggio alle radici della rabbia. Le voci di chi non ha voce, gli sguardi e le parole di un Paese che non cambia”. Ritornata al quotidiano La Repubblica, da un po’ di tempo la De Gregorio si cimenta talvolta in una nuova attività, ovvero quella di vaticanista. E sembrerebbe che ciò avvenga con successo. Basta leggere, infatti, l’articolo pubblicato giovedì 21 febbraio dal titolo “Sesso e carriera. I ricatti in Vaticano dietro la rinuncia di Benedetto XVI”. Un grande scoop, quindi, che svelerebbe le vere ragioni della rinuncia di Benedetto XVI legandole al contenuto del dossier top-secret consegnato dalla Commissione cardinalizia di indagine, guidata dal cardinale dell’Opus Dei Julian Herranz, a Papa Ratzinger. Ma si tratta veramente di uno scoop inedito, come sembrerebbe dalla lettura del testo dell’articolo? I dubbi, sul punto, possono sorgere.

Lo scoop di Panorama

Ignazio Ingrao è, da anni, il vaticanista del settimanale Panorama. Non è certo compito di Ingrao, e questo è ovvio, riportare le parole di Benedetto XVI all’angelus o in occasione della visita ad limina dei vescovi della Basilicata. E così, dunque, il vaticanista di Panorama ha fatto (e lo ha fatto molto bene). Ingrao è riuscito ad entrare in contatto con circa una decina delle cinquanta persone che sono state ascoltate dalla Commissione cardinalizia d’inchiesta: cardinali, vescovi, semplici sacerdoti, laici che lavorano all’interno del Vaticano e persone che nulla hanno a che fare con la Chiesa da un punto di vista professionale. Una volta preparato il pezzo da pubblicare sul settimanale, Panorama decide, mercoledì 20 febbraio in mattinata, di far trapelare, attraverso le agenzie di stampa, alcuni highlights dell’inchiesta. Un’inchiesta, quella di Ingrao, che sarà poi disponibile a tutti nella versione per i-pad il mercoledì stesso alle ore 17.30.

La tempistica sospetta

Ma ecco che, praticamente dodici ore dopo, il quotidiano La Repubblica esce in edicola con l’articolo di Concita De Gregorio, anch’esso dedicato al contenuto del dossier segreto, che ricostruisce le indagini della Commissione cardinalizia. Un puro caso, si potrebbe subito pensare. Ma basta leggere i due articoli, confrontarli, per accorgersi che qualcosa non va. Anzi, è opportuno rileggerli ancora una volta e confrontarli nuovamente. E sempre più cose non tornano. L’impressione è forte: l’articolo della De Gregorio non sembra del tutto un’inchiesta originale, frutto di chissà quali contatti Oltretevere, così come sembra evincersi nel pezzo in questione (in nessuna delle righe vi è alcun rinvio a inchieste o articoli di colleghi di altre testate, come fatto circa una settimana fa, invece, dal vaticanista Marco Ansaldo, sempre di Repubblica), bensì un’attenta rielaborazione del testo di Ingrao, che dalle 17.30 del giorno prima era disponibile a chiunque avesse possibilità di accedere ad un i-pad. Ed è lo stesso Ingrao a dirlo in un’intervista pubblicata su Il Sussidiario.net: “E’ un articolo che riprende ampiamente quanto è stato pubblicato su Panorama, e che avevamo lanciato alle agenzie. L’articolo di Repubblica, firmato da Concita De Gregorio, si è dunque ispirato a noi, anche se poi va un po’ oltre il lavoro che ho fatto io”. Beh, verrebbe da dire, ci manca ancora che si fosse limitato a riprenderlo ampiamente!

Leggere per credere

Ma anche non volendo, per ipotesi, credere alle parole di Ingrao, basterebbero pochi minuti per.. credergli! Ingrao, nel proprio articolo pubblicato su Panorama, racconta in maniera approfondita i metodi utilizzati dalla Commissione d’inchiesta. Secondo Ingrao, infatti, la Commissione ha indagato a 360°, concentrandosi prima sui documenti trafugati dall’appartamento papale e poi ampliando il proprio raggio d’azione a fatti relativi a parecchi anni addietro. Scrive Ingrao: “A ciascun intervistato tutelato dal segreto pontificio i tre cardinali hanno sottoposto un gruppo di domande uguale per tutti”. Ed ancora: “Terminato il primo blocco di domande, ogni intervista proseguiva con questioni specifiche”. Infine: “Ogni deposizione è stata registrata e al termine è stato redatto un verbale. Quindi ciascun testimone è stato richiamato qualche giorno dopo per rileggere il verbale e sottoscriverlo”. Una ricostruzione, questa, che si basa ovviamente su un lungo lavoro di indagine e di contatti con le persone ascoltate. La stessa cosa, quindi, che sembrerebbe aver fatto la De Gregorio. “Decine e decine di interviste a prelati, porporati, laici. In Italia ed all’estero. Decine e decine di verbali riletti e sottoscritti dagli intervistati”. E poi: “Le stesse domande per tutti, dapprima, poi interviste libere”. Ma non finisce qui. Scrive Ingrao: “il rapporto fotografa poi le correnti geografiche, legate ad una città o a una medesima regione di provenienza”. E cosa si trova nell’articolo pubblicato su La Repubblica? Questo: “una rete di lobby che i tre cardinali hanno diviso per provenienza di congregazione religiosa, per origine geografica. I salesiani, i gesuiti. I liguri, i lombardi”. Ma Ingrao va ancora più a fondo. Il vaticanista di Panorama, infatti, si concentra sulla presunta doppia vita di molti religiosi, scrivendo: “Filtrano nomi ed indirizzi di una sauna sul Quarto Miglio, indicata come un luogo di incontro, o di una villa in via della Camillucia a Roma”. Decidiamo, allora, di vedere se un simile riferimento si trova anche nel pezzo della De Gregorio, convinti, questa volta, di rimanere delusi. Ed invece nessuna delusione: “I luoghi degli incontri. Una villa fuori Roma. Una sauna al Quarto Miglio”.

La conclusione

Insomma, si potrebbe andare ancora avanti. In entrambi i pezzi, infatti, si parla espressamente di lobby gay del Vaticano, si fa riferimento al video di un monsignore mentre tentava di approcciare un giovane e mandato in onda su La7. Ma crediamo sia sufficiente fermarsi qui. Ma chi fosse interessato ad approfondire la questione, non possiamo che consigliare la lettura dell’articolo pubblicato venerdì 22 febbraio su Il Fatto Quotidiano (e ben riportato da Libero) dal giornalista Marco Lillo dal titolo: “Gli scoop ritardanti di Repubblica”.

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