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L’anticomunismo di casa Bersani

Un ex chierichetto, diventato militante comunista-trotzkista, che parla di giaguari da smacchiare e che punta a palazzo Chigi: è il ritratto di Pier Luigi Bersani realizzato dal giornalista Ettore Maria Colombo, autore della biografia del leader Pd uscita in questi giorni a cura di Editori Riuniti.

Colombo, che ha scritto tra l’altro sul Riformista e attualmente collabora con il Messaggero, parte da Bettola, dove Bersani è nato e dove ha deciso di iniziare ufficialmente la sua corsa verso palazzo Chigi, lo scorso ottobre.

Viene raccontata l’infanzia del Pier Luigi chierichetto, che però già organizza gli scioperi contro il parroco, fino alla ‘svolta a sinsitra’, dura da digerire per i genitori cattolici e conservatori.

L’anticomunismo familiare

“Il comunismo – racconta Bersani a Colombo – mi attraeva per la sua idea egualitaria, ma approfondii i filoni critici e le testimonianze delle persone tradite dal comunismo, come ad esempio Trotzkij. Nella mia testa, l’Unione Sovietica è stata sempre sinonimo di oppressione. Può darsi che un po’ abbia influito l’anticomunismo familiare. Leggevo Mao, mi ero allevato in una cultura anti-Urss. Ero di piegatura trotzkista”.

Il bersanese
La parte finale del libro, però, non è strettamente politica. Colombo racconta il ‘bersanese’, quel linguaggio “ricco di metafore e proverbi popolari, inventato e usato prevalentemente dal segretario del Pd e leader del centrosinistra Pier Luigi Bersani”. Una scelta precisa, come spiega l’autore del libro, perché il leader Pd ritiene che la metafora avvicini il partito ai cittadini, faccia svanire quell’aura di snobismo che tante volte è stata rimproverata alla sinistra.

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