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Il frenetico attivismo del cardinal Bertone

E’ riuscito, nonostante tutto, a rimanere alla guida della Segreteria di Stato sino alla fine del pontificato di Benedetto XVI. Nonostante le tensioni e le divisioni create all’interno della Curia romana e all’interno della Segreteria stessa: quasi nessuno, ed in particolare il suo “avversario” Angelo Sodano, gli ha perdonato l’essere stato nominato a capo della Segreteria di Stato senza avere una carriera diplomatica alle spalle. E a nulla sono valsi i tentativi del cardinale di Colonia Joachim Messner (“Bertone rimane! Basta, basta, basta!” gli avrebbe risposto Papa Benedetto XVI) e di un gruppo di cardinali, tra i quali Angelo Scola, Angelo Bagnasco e Camillo Ruini, che hanno cercato di convincere, inutilmente, Benedetto XVI a destituire il proprio Segretario di Stato (a quest’ultimo gruppo di cardinali il Papa avrebbe risposto, in tedesco: “L’uomo resta dov’è”). Bertone sa che, con la fine del pontificato di Benedetto XVI, perderà il proprio protettore, colui che lo ha conservato al suo posto contro tutti. E proprio per questo, quindi, queste ultime due settimane di pontificato vedono un Bertone particolarmente attivo, forte anche del fatto che sarà lui a reggere la sede vacante a partire dal 28 febbraio.

La nomina del nuovo presidente dello IOR
La scelta del nuovo presidente dello IOR, dopo otto mesi dal “defenestramento” di Ettore Gotti Tedeschi era da tempo, secondo fonti vaticane, all’ordine del giorno per la fine del mese di febbraio. Si pensava, però, che con l’annuncio della rinuncia di Benedetto XVI il dossier sarebbe stato messo da parte, in modo da dare al prossimo Papa la possibilità di scegliere la persona che dovrà aiutarlo a riformare le finanze vaticane. E’ stato invece proprio il cardinale Bertone ad annunciare, nel corso delle celebrazioni per i Patti Lateranensi, che il nuovo presidente sarebbe stato nominati nel giro di pochi giorni. E così è stato, appunto, con la nomina dell’avvocato tedesco Ernst von Freyberg. Una nomina, quest’ultima, che ha quindi visto il Segretario di Stato prevalere sul decano Angelo Sodano, il quale preferiva un rinvio della nomina a dopo l’esito del conclave.

La sostituzione di Nicora
Il licenziamento di Gotti Tedeschi dalla presidenza dello IOR aveva acuito i contrasti tra il cardinale Bertone, presidente della Commissione cardinalizia di sorveglianza sulla banca vaticana, e il cardinale Attilio Nicora, membro del board cardinalizio nonché presidente della’Autorità finanziaria vaticana. Nicora, infatti, dopo aver contestato le nuove norme in materia di riciclaggio, criticò anche, insieme al cardinale Tauran, le modalità utilizzate per il licenziamento improvviso di Gotti Tedeschi. Una frattura non più sanabile, culminata nell’allontanamento, qualche giorno fa, del cardinale Nicora dalla Commissione cardinalizia di sorveglianza. Al suo posto, ovviamente, un fedelissimo del Segretario di Stato, ovvero quel cardinale Domenico Calcagno, presidente dell’Apsa, l’autorità incaricata di amministrare il patrimonio della Santa Sede.

Il commissariamento dell’IDI
Si pensava che, dopo le nomine dei nuovi vertici dello IOR, non vi sarebbero stati altri cambiamenti ai vertici vaticani. Questo, soprattutto, per evitare quelle critiche che non mancarono quando qualche nomina venne fatta uno o due giorni prima della morte di Papa Giovanni Paolo II. Ma così non è stato. E’ di ieri pomeriggio, infatti, la nomina del cardinale Giuseppe Versaldi quale commissario dei Figli dell’Immacolata Concezione, dai quali dipende l’Istituto dermopatico dell’Immacolata. Versaldi, presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, è considerato un prelato molto vicino al Segretario di Stato che, con questa operazione, dopo avere definitivamente chiuso la partita dello IOR, sembra volere stringere anche sul piano della sanità. Secondo indiscrezioni raccolte da L’Espresso, infatti, il cardinale Versaldi sarà affiancato da Giuseppe Profiti, presidente del Bambin Gesù, e, soprattutto, un “bertoniano di ferro”.

La strigliata a Muller
Prima di concentrarsi sull’amministrazione ordinaria della Chiesa durante il periodo della sede vacante, il cardinale Bertone ha cercato di risolvere anche la questione dell’università ribelle di Lima, scontrandosi apertamente con il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Gerhard Muller. Quest’ultimo, infatti, aveva inviato una lettera nella quale chiedeva spiegazione al cardinale peruviano Thorne in merito al mancato rinnovo del permesso ecclesiastico ai professori del dipartimento di teologia dell’università. Una lettera, quest’ultima, annullata pochi giorni fa dal cardinale Bertone al termine di una riunione da lui presieduta. Il Segretario di Stato, in particolare, ha descritto tale lettera come una “iniziativa privata” di Muller, accusandolo di non essersi consultato con gli specialisti della Congregazione per la dottrina della fede. Un duro colpo per Muller, tanto che in Vaticano ci si comincia a chiedere se sia veramente adatto a ricoprire quel ruolo.

La spinta a Ravasi
Bertone ha 78 anni, è oramai “vecchio” e il prossimo Papa sarà molto probabilmente di gran lunga più giovane. Il Segretario di Stato sa benissimo, quindi, che le sue speranze di salire al soglio di Pietro sono pressoché nulle. Non per questo, però, intende rinunciare a svolgere un ruolo centrale nella scelta del nuovo Papa. Potrà farlo guidando la Chiesa nel periodo della sede vacante, grazie alla carica di Camerlengo. E lo farà (e secondo molti lo sta già facendo) cercando di creare un accordo intorno al nome dell’ex prefetto della Biblioteca Ambrosiana, Gianfranco Ravasi. E’ infatti proprio su ispirazione di Bertone, secondo le indiscrezioni raccolte, che Papa Benedetto XVI ha deciso di affidare a Ravasi la predicazione degli esercizi spirituali della Quaresima. Una passerella di grande prestigio che, se “sfruttata”, è in grado di impressionare i cardinali elettori. L’elezione di Ravasi, infatti, garantirebbe quasi certamente a Bertone la possibilità di rimanere in carica per ancora uno o due anni.

Lo smacco al decano Sodano
E’ il decano del Sacro Collegio a celebrare la “Missa Pro Eligendo Romano Pontefice”, ovvero la celebrazione che precede l’ingresso dei cardinali in Conclave. Nel 2005 fu il cardinale Ratzinger a celebrare la messa: nell’omelia molti vi lessero già il programma del proprio pontificato tanto che lo scrutinio nella Cappella Sistina durò pochissimo. Questa volta sarebbe quindi toccato al cardinale Angelo Sodano, il “nemico” di Bertone. Ma Sodano, avendo compiuto gli ottant’anni, non entrerà in conclave e quindi è stato deciso che a celebrare la messa sarà il cardinale Giovanni Battista Re, ex sostituto alla Segreteria di Stato, “nemico” di Sodano. Ma, soprattutto, uomo di fiducia del Segretario di Stato Bertone.

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